Una mossa sconcertante

Il temerario ritiro da parte del dr. Martinoli dell’iniziativa per cure mediche e ospedaliere di prossimità

da Voce di Blenio N°4 – Aprile 2023

È delle scorse settimane la notizia dell’azzardata fuga in avanti del dottor Sebastiano Martinoli, che, dall’alto della posizione di primo firmatario dell’iniziativa popolare legislativa “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”, ha creduto opportuno inviare una lettera al Consiglio di Stato nella quale dichiara di ritirare la stessa; certo “a precise condizioni” ha dichiarato il medico bleniese, condizioni però (le vedremo sotto) che forse andranno bene al dottor Martinoli e allo speciale gruppo di lavoro misto istituito nel 2021 dal Governo cantonale, ma di certo non agli iniziativisti. E, peggio ancora, tutto questo ancora prima che il Gran Consiglio terminasse l’esame e la discussione in merito.

È vero, la legge in vigore nel 2017, momento nel quale l’iniziativa venne lanciata, purtroppo prevedeva questa opportunità (legge modificata finalmente nel novembre 2018 e che ora invece richiede la maggioranza assoluta dei promotori), ciò non toglie che l’azione intrapresa da Martinoli sia sconsiderata e irrispettosa nei confronti dell’Associazione per gli ospedali di valle, che l’aveva lanciata a seguito della battaglia “Giù le mani dagli ospedali” condotta tempo prima (va detto) dal MPS, e degli oltre 14’000 ticinesi che con la loro firma hanno dato fiducia agli iniziativisti.

E per dovere di cronaca va pure sottolineato anche che non è Sebastiano Martinoli il padre di questa iniziativa, ma che in verità il comitato iniziativista lo aveva proposto quale primo firmatario per la sua reputazione di medico autorevole. Pertanto, anche se Martinoli poteva ritirare autonomamente l’iniziativa poiché la precedente legge sui diritti politici gliene dava facoltà, ciò non toglie che a livello politico quanto intrapreso dal medico bleniese è un atto sostanzialmente antidemocratico, oltre che umanamente riprorevole.

Era da un po’ di tempo in effetti che Martinoli spingeva nella direzione di un ritiro dell’iniziativa (ci si chiede a che pro), in netto contrasto con l’assemblea che si era già espressa per ben due volte, ribadendo chiaramente in entrambi i casi che l’iniziativa non andava assolutamente ritirata allo stato attuale delle cose, per nessun motivo. A sua difesa però il dottor Martinoli invoca, “per rispetto dei 30 promotori” (tre nel frattempo sono deceduti), di aver sondato il parere degli stessi (fra i quali il sottoscritto) attraverso un giro di mail e di telefonate e di aver raccolto pieno sostegno da almeno 18 di questi.

A parte il fatto che stiamo parlando di un’iniziativa popolare legislativa, non di un sondaggio fra amici per decidere l’annullamento di una ventilata gita di gruppo, e che questo tipo di discussione va fatto all’interno di un organo formale con tanto di votazione trasparente e verbale ufficiale, in realtà però il sottoscritto di questi famosi messaggi di sostegno alla pensata di Martinoli ne ha visto a malapena uno, mentre di quelli contrari ben più degli otto da lui dichiarati (per chi avanzasse dei dubbi in merito ho conservato tutte le mail).  

Certo, non va dimenticato che Sebastiano Martinoli è stato chiamato a operare nello speciale gruppo di lavoro misto citato nelle prime righe di questo scritto, voluto appunto dal Governo per superare l’impasse venutasi a creare a seguito della richiesta contenuta nell’iniziativa, ovvero assicurare in entrambi gli ospedali leventinese e bleniese dei servizi di pronto soccorso 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. E qui sta il nodo delle “precise condizioni” che non vanno assolutamente a genio agli iniziativisti. Infatti la soluzione di compromesso individuata, propone sì un servizio notturno, però (e questo è il punto fondamentale) non come pronto o primo soccorso classici, ma di semplice “accoglienza e valutazione”, facendo capo al medico presente nel nosocomio o al picchetto medico presente sul territorio. Soluzione assolutamente insoddisfacente secondo l’assemblea dell’Associazione per gli ospedali di valle. Per tacere poi del fatto che, dal momento che il Diavolo si nasconde nei dettagli, oltre a non soddisfare le richieste contenute nell’iniziativa del 2017, questa “soluzione” a breve finirebbe per presentare delle criticità importanti che rischierebbero di rimettere di nuovo alle strette gli ospedali di valle per poi arrivare, secondo la tecnica del salame, finalmente alla chiusura dello stesso “servizio di accoglienza e valutazione”, se non dei nosocomi stessi.

A questo punto ne deduco che, probabilmente a causa di forti pressioni politiche alle quali Martinoli potrebbe essere stato confrontato in questi mesi, il medico bleniese ha deciso di andare oltre i suoi compiti, inoltrando al Consiglio di Stato  l’improvvida missiva per il ritiro dell’iniziativa popolare legislativa “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”, mandando così a carte quarantotto il lavoro del comitato iniziativista e il volere delle 14’000 persone che quell’iniziativa l’avevano firmata.

Davide Buzzi
Membro del Comitato promotore dell’iniziativa “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”.

Con il ritiro dell’iniziativa popolare legislativa “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”, il dr. Martinoli condanna l’Ospedale Bleniese di Acquarossa a morte certa!

Ciao Tiziana

Si è spenta lo scorso 4 aprile, all’età di 78 anni, Tiziana Mona, giornalista e prima conduttrice di un telegiornale in Europa. Sposata con Marco e residente ad Ambrì, Tiziana è sempre stata legatissima alla nostra valle, tanto che spesso dalle nostre parti la si poteva incontrare a eventi o feste.
Presidente e instancabile trascinatrice dell’Associazione per gli ospedali di valle, il suo impegno è stato fondamentale nella lotta che ha portato alla bocciatura della pianificazione ospedaliera cantonale del 5 giugno 2016 e al salvataggio degli ospedali di Acquarossa e Faido.
È infatti suo buona parte del merito per il successo ottenuto dall’iniziativa popolare legislativa “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”, che aveva raccolto quasi 15’000 adesioni.

Fa buon viaggio, cara Tiziana.



Davide Buzzi

ASSOCIAZIONE PER GLI OSPEDALI DI VALLE

Lettera ai soci

Cari soci e care socie

Avremmo desiderato convocare, a norma di Statuto, entro la fine del corrente mese di novembre la nostra Assemblea annuale. Come sapete, le disposizioni contro il diffondersi del coronavirus impediscono le riunioni pubbliche alle quali siano presenti più di 15 persone. Siccome come già accaduto nel passato, e auspicabile che lo sia ancora, alla nostra assemblea annuale partecipano più di quindici persone, siamo purtroppo costretti ad annullare questo nostro incontro annuale.

Speriamo pertanto di sopperire con questo rapporto scritto, che intende illustrare per sommi capi la nostra attività durante gli scorsi 12 mesi, naturalmente con l’avvertenza che la stessa è stata in larga misura impedita dal dilagare della pandemia….e infatti: Lo scorso 26 marzo avevamo in agenda un incontro promosso dal DSS con i vertici dell’EOC per discutere della situazione a Faido e ad Acquarossa. ANNULLATA. Dopo i mesi del confinamento e della crisi sanitaria su La Regione il 19 maggio è stato pubblicato un nostro testo a firma di Sebastiano Martinoli e di Tiziana Mona, che ha suscitato parecchie reazioni positive (allegato). Trascorso l’estate a metà settembre abbiamo sollecitato il DSS per un nuovo incontro dopo che Il 26 agosto il Consiglio di Stato aveva licenziato il messaggio relativo all’iniziativa popolare legislativa elaborata del 27 marzo 2017 “Per la qualità e la sicurezza delle cure ospedaliere”, messaggio con il quale intende dar seguito a quanto richiesto dai promotori con i quali ha avuto diversi incontri. Nella lettera del 19 settembre al DSS abbiamo constatato, che nessun incontro si è invece svolto per discutere della nostra Iniziativa per cure mediche e ospedaliere di prossimità consegnata con quasi 15’000 firme pochi giorni prima di quella sulla “Qualità”. Questa nostra richiesta è decisamente caduta in tempi poco propizi visto il rapido aumento nelle settimane seguenti dei contagi e il riacutizzarsi della crisi sanitaria. A tutt’oggi non abbiamo ricevuto risposta alla nostra richiesta. E’ nostra intenzione far presente prima della fine dell’anno la necessità di un incontro e far valere il peso della nostra iniziativa sia per quanto concerne gli ospedali regionali sia per la promozione della medicina di famiglia o il contesto più ampio della nuova pianificazione ospedaliera.

Evidentemente, il fatto di essere stati costretti, di fatto, a sospendere la nostra attività, ha avuto se vogliamo, un unico risvolto positivo, nel senso di permetterci di risparmiare spese altrimenti inevitabili.

Fine agosto ci ha lasciato il nostro caro amico e generose sostenitore, l’indimenticabile Bruno Grassi, a Franca e a Devi la rinnovata espressione del nostro cordoglio.

Auguriamo a tutti e tutte tempi sereni, esprimendo la speranza di rivederci il prossimo anno per una assemblea formale.

Tiziana Mona

Presidente

26 novembre 2020       

Faido - Ente Ospedaliero Cantonale

Il dopo COVID-19 per la sanità in Ticino

Che lezione di umiltà da una “neanche bestiolina” chiamata SARS-cov-2! Teniamone conto fra poco quando si riparlerà di pianificazione ospedaliera e anche della nostra iniziativa tutt’ora sul tavolo del Cds

di Prof. Dr. Sebastiano Martinoli, primo firmatario Iniziativa per cure mediche e ospedaliere di prossimità e di Tiziana Mona Presidente Associazione per gli Ospedali di valle.
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Più che scontato che la pandemia ci ha abbia fatto pensare, temere, sperare nel sistema sanitario e che già ora ci possa far riflettere ed evocare scenari possibili per il futuro. Nella sua analisi di alcuni giorni fa Roberto Antonini, scrive del Covid-19 e del sisma conseguente che ha mostrato tutte le insufficienze strutturali del sistema sanitario a livello mondiale. Per giungere a constatare che uno dei problemi evidenziatosi nel nostro paese è quello della scarsità di personale sanitario formato qui da noi (e a nostre spese) e ad importarlo a costo zero. Quale Associazione per gli ospedali di valle con la nostra Iniziativa per cure mediche e ospedaliere di prossimità lanciata con successo nel 2017 già toccavamo proprio uno di questi temi, in particolare la formazione dei medici di famiglia. Più di 14’000 firme raccolte per chiedere: cure di base eque su tutto il territorio cantonale, la promozione della medicina di famiglia e la formazione di medici di famiglia, segnatamente negli ospedali di zona (o situati nelle regioni considerate discoste), la creazione in questi ospedali in centri di competenza nell’ambito delle cure stazionarie e ambulatoriali, della geriatria, delle cure palliative e della riabilitazione. L’iniziativa con il suo approccio propositivo partiva dalla considerazione che era/è necessaria una definizione della politica sanitaria cantonale che tenga conto dei bisogni di tutta la popolazione indipendentemente dal luogo di residenza e che si stacchi dall’imperativo della centralizzazione ad oltranza. Se al momento del lancio dell’iniziativa non abbiamo incluso anche la proposta di promuovere la formazione di infermieri e infermiere è perché ne era già stata inoltrata poco prima una federale in merito (sarà in discussione in Parlamento in autunno è c’è da sperare che dopo la dimostrazione di abnegazione data durante la crisi al personale sanitario non vengano riservati solo applausi). D’altro canto le esperienze fatte durante i mesi dominati dal Covid19 ci dimostrano che la nostra idea di ospedali periferici indispensabili in un sistema equo ed efficace contenuta nella formulazione “cure mediche di prossimità” torna d’attualità. L’EOC si è salvato nella crisi Covid-19 perché ha potuto operare con la sua struttura multi-sito e non si è trasformato nel “super ospedale cantonale” centralizzato voluto alcuni anni fa. Per esempio l’Ospedale di Faido nella fase epidemiologica più attiva con la sua riserva di posti letto e personale (che pochi anni fa si volevano tagliare completamente) ha permesso ai reparti dei due ospedali Covid-19, la Carità di Locarno e la Clinica Moncucco di respirare. Infatti tutto l’ospedale di Faido era stato definito di livello 3-4 per pazienti Covid-19 positivi, quindi pazienti in fase sub-acuta da malattia da coronavirus. Ora si sta tornando all’organizzazione di prima con riabilitazione e medicina di base e da parte nostra, che da sempre ci battiamo per il suo mantenimento, possiamo contare sulla positiva esperienza fatta in un momento di estrema e forse eccezionale gravità ma che, nessuno ci può garantire, non potrebbe ripresentarsi. Per affrontare il Covid-19 abbiamo visto cardiologi, reumatologi, chirurghi, specialisti vari e geriatri tutti a doversi riconvertire e ad operare come internisti generali e infettivologi a curare i pazienti. Un bel ripasso di medicina interna generale ! La medicina spinta nell’estrema specializzazione non salva vite. L’epidemia ha aiutato a capire che si devono avere strutture multiple, flessibili, polivalenti e rapidamente ri-convertibili nella loro funzione (che sia acuta, riabilitativa o palliativa). Vale anche per i medici e gli infermieri (anestesisti che sono andati in cure intense, ecc.). Non c’è spazio per un enorme, unico, mastodontico, super-specialistico, esclusivo ospedale cantonale (per di più carissimo). Gli economisti dicono che oltre i 400 letti le strutture ospedaliere anche senza pazienti (sic) lavorano al 100%! (ripiegate su sé stesse con un sacco di servizi, prestazioni, analisi inutili e costosi). La medicina deve essere a largo spettro e di prossimità, manteniamo quindi anche i piccoli ospedali decentrati. Lo stesso vale per la formazione di operatori e operatrici sanitari per delle cure di prossimità.
Abbiamo avuto una lezione di umiltà da una “neanche bestiolina” chiamata SARS-cov-2 . Sarà indispensabile che se ne tenga conto fra poco quando si riparlerà di pianificazione ospedaliera e anche della nostra iniziativa tutt’ora sul tavolo del Consiglio di Stato.

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Un applauso al personale sanitario…e qualche fischio a chi ha lavorato per smantellare le strutture sanitarie

coronavirus

Cari amici , care amiche degli ospdali di valle,
si scrivono, si dicono, si leggono, si sentono tante cose nel quadro della grave situazione creata del Coronavirus. Ci guardiamo bene dal voler inserirci in questa valanga di informazioni, non ne abbiamo certamente la competenza. Ci sembra però interessante pubblicare un commento tratto dal bollettino quotidiano redatto con molta perizia dal MPS, perché tocca direttamente il nostro campo di interessi e di attività.
Auguro a tutte e tutti di trascorrere giornate tranquille, rispettando le consegne di “restare a casa” , e mando un messaggio di sostegno e un grande grazie a tutte le persone che lavorano sul fronte sanitario.

Tiziana Mona
Presidente Ass.per gli ospedali di valle

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Un applauso al personale sanitario… e qualche fischio a chi ha lavorato per smantellare le strutture sanitarie

Abbiamo condiviso l’applauso per il personale sanitario che in queste settimana sta facendo veri e propri miracoli. Li abbiamo applauditi e continueremo a farlo.
Ma, di loro e delle condizioni nelle quali lavorano, dobbiamo ricordarcene sempre, non solo quando abbiamo bisogno di loro.
Ed è proprio quello che questo governo e la maggioranza politica che lo sostiene non hanno fatto negli ultimi anni.
Non lo hanno fatto quando, sistematicamente, hanno lavorato per limitare la massimo gli effettivi nelle strutture sanitarie, spingendo la gente a trovare soluzioni individuali di fronte ad uno stress sempre maggiore (infatti sono molti i dipendenti del settore che scelgono di lavorare a tempo parziale).
Non lo hanno fatto quando hanno praticato una politica sistematica di smantellamento delle strutture sanitarie. Negli ultimi anni abbiamo vissuto, a più riprese, votazioni e dibattiti perché il governo e i suoi hanno avanzato proposte e progetti di riorganizzazione, ristrutturazione e smantellamento della sanità pubblica.

In questo momento di sovraffollamento delle strutture sanitarie rimpiangiamo quelle diverse centinaia di posti letto (251 per l’esattezza pari al 18% dei posti letto acuti) che la pianificazione ospedaliera, proposta unanimemente dal governo e votata dai maggiori partiti, ha soppresso nel 2015 (cinque anni fa, non cinquanta!).
Interi ospedali come Acquarossa e Faido sono stati di fatto cancellati come ospedali, mantenendo delle strutture minime destinate, attraverso un continuo lavoro ai fianchi, a gettare la spugna e ad essere chiuse come ospedali.
Tutto questo in nome delle esigenze di redditività, di una presunta concentrazione e ottimizzazione delle risorse, di fatto di una diminuzione dei fondi assegnanti alle strutture sanitarie pubbliche.
Assemblea 2018docx (1)-convertedPerché i tagli non si sono limitati a questo. A partire dal 2014 il Consiglio di Stato, con il sostegno della maggioranza del Gran Consiglio ha, dapprima dimezzato, e successivamente azzerato il contributo annuale di circa 6 milioni di franchi che veniva versato all’EOC per la copertura dei costi notturni dei Pronto Soccorsi (del deficit). Tale scellerata scelta politica era anch’essa figlia della volontà di ridurre i costi della sanità. Nella realtà ha contribuito a ridurre le capacità d’intervento dei nostri Pronto Soccorso che tutti hanno potuto constare negli ultimi anni.

Bellinzona, 21 marzo 2020

Verbale dell’assemblea del 22 novembre 2019

Associazione per gli ospedali di valle
Verbale dell’assemblea del 22 novembre 2019
Biasca, sede ATTE, ore 20.00

L’assemblea ordinaria della nostra Associazione è convocata in data odierna, presso la sede indicata, con il seguente ordine del giorno:

1. Saluto della presidente
2. Nomina del presidente del giorno e di 2 scrutatori
3. Verbale della seduta 3 dicembre 2018
4. Relazione del Comitato sull’attività svolta durante lo scorso anno
5. A che punto siamo con la nostra iniziativa Per cure mediche e ospedaliere di prossimità
6. Situazione Faido e Acquarossa
7. Attività futura
8. Rapporto finanziario e relazione della Commissione di revisione dei conti
9. Eventuali

Alle 20.10 la presidente T. Mona saluta i presenti (18; v. elenco allegato), in particolare i rappresentanti del DSS sig. Paolo Bianchi e sig.ra IvanaPetraglio, mentre il capo del Dipartimento on. De Rosa ha comunicato che arriverà con un leggero ritardo, a causa della sovrapposizione di altri impegni. Chiede poi se vi sono osservazioni all’ultimo verbale. Propone quindi di soprassedere alla lettura (proposta accettata all’unanimità).
Presenta poi la propria relazione (pt. 4 dell’odg), ricordando che il 2019 per la nostra Associazione è stato un anno di transizione e che in primavera c’è stato un avvenimento per noi abbastanza rilevante, il “cambio della guardia”, alla testa del DSS, con l’elezione dell’on. De Rosa al posto dell’on. Beltraminelli.

Il segretario F. Celio legge l’elenco degli scusati: Comuni di Faido (Astrid Pedrini) e di Bedretto (Elio Triulzi), Matteo Pronzini, dott. Rossano Solèr, Faido, Pierfranco Grandoni, Faido, Donatella Pessina, Chiggiogna, Elena Celio, Ambrì e Giuliana Colombini, Dongio. Quest’ultima ha inviato un breve messaggio, di cui dà lettura. Nello stesso chiede in sostanza al dott. Allegranza se corrisponda al vero che all’ospedale di Acquarossa il personale infermieristico sta diminuendo. Domanda inoltre se il reparto di medicina possa ancora considerarsi tale, e se il calo di cui si parla non rischi di compromettere il futuro polo socio-sanitario.

La presidente riprende quindi la parola, osservando che vi è stato in particolare un incontro con il nuovo consigliere di Stato on. De Rosa, il quale è apparso molto aperto al dialogo e interessato ad ascoltare le nostre opinioni. Dà poi la parola alla collega Gina La Mantia( pt. 5 dell’odg), come membro della Commissione Sanitaria del Gran Consiglio, per illustrare l’esame dell’iniziativa popolare, in forma generica, da noi lanciata “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”.
Gina La Mantia informa che la Commissione ha esaminato dapprima la questione della ricevibilità giuridica dell’inizativa, concludendo affermativamente (posizione avallata in seguito all’unanimità dal Parlamento stesso). Ora si tratta di procedere alla redazione del “testo conforme” all’iniziativa, compito per il quale la Commissione dovrà far capo alla collaborazione dei funzionari del DSS.
L’on. De Rosa, giunto nel frattempo, conferma la procedura, aggiungendo che se si prospettasse la possibilità di un’intesa con gli iniziativisti egli si impegnerebbe per giungere alla concretizzazione di un risultato in tal senso. A tale scopo proporrà, per il prossimo mese di gennaio, un incontro fra i promotori dell’iniziativa e il nuovo Consiglio d’amministrazione dell’Ente ospedaliero cantonale, destinato anche a valutare le situazioni a Faido e Acquarossa. Aggiunge inoltre che la sentenza del Tribunale amministrativo federale se presa alla lettera, in quanto emargina l’apporto della politica alla eleborazioe delle pianificazione, lascia comunque poche speranze alla continuazione dell’attività degli ospedali delle regioni periferiche.
La Mantia osserva che un Messaggio governativo sul tema era stasto promesso più volte già dall’on. Beltraminelli, ma non è mai arrivato. T.Mona chiede anche che ne è del progetto di sostenere degli assistentati per medici di famiglia ( uno dei punti della nostra iniziativa).
L’on. De Rosa precisa che il Messaggio sull’assistentato è in dirittura d’arrivo. Non essendo ancora stato esaminato dal Governo non può però anticiparne i contenuti.
IL dott. Savary rileva con piacere che sull’iniziativa “Per cure di qualità” è stato possibile trovare una soluzione soddisfacente.

Trattanda 6
Il dott. Allegranza (presente in quanto invitato dal Comitato), riallacciandosi a una domanda della sig.ra Colombini, smentisce le voci sul calo del personale infermieristico. il reparto “acuto a minore intensità”, che il TAF aveva messo in discussione (ritenendolo non conforme alla legge) ” funziona bene, con un tasso di occupazione vicino al 90%.
F. Celio domanda se il personale medico non potrebbe far sentire la sua voce a sostegno di questi reparti, da talune parti contestati. Chiede inoltre se non si potrebbe aggiungere un repatro “ami” anche a Faido.
Il dott. Allegranza risponde di sì alla prima domanda. Alla seconda fa notare che non è possibile prevederli dappertutto; qualora mancasse la “massa critica”, serebbe inutile insistere.
il dott. Ongaro (pure invitato dal Comitato) aggiunge che è difficile precisarne esattamente i contenuti, ad es. in Italia le cure per l’acuzie sono frammentate in varie parti, a seconda della gravità dei casi. Sottolinea l’importanza della formazione dei medici negli ospedali periferici per poterli “legare” al territorio, purtroppo i candidati ticinesi sono scarsi. Se non si arriva a un maggior numero di medici di famiglia, non si potranno mai ridurre i costi sanitari. Precisa inoltre che ad Acquarossa vi sono diversi medici “senior” e 5 assistenti, di cui , per la prima volta dopo anni, 2 ticinesi.
Il prof Martinoli osserva a sua volta che, ad es. a Faido, i “reparti” dovrebbero scomparire, a favore di una visione d’assieme del paziente e di chi se ne occupa.
Mona: non è possibile un maggiore interscambio di personale fra i diversi reparti? Ritiene che questo sia un problema serio, che richiede una soluzione, anche per diminuire la tendenza alla centralizzazione. Si compiace che si vada verso l’attuazione dell’articolo costituzionale con la promozione di un assistentato per medici di famiglia.

Trattanda 7 La presidente ritiene che i temi siano già stati discussi, ripartiti sulle varie trattande e per il 2020 il percorso è tracciato con la discussione a livello di legislativo della nostra iniziativa.

Trattanda 8
Nel 2019 il movimento è stato scarso. Le entrate sono costituite dalle tasse sociali; le uscite da spese postali, affitto occupazione locali e simili. Il patrimonio sociale, al 31.10.2019, ammonta a fr. 10’390.75. Bruno Grassi legge il repporto dei revisori che ne propongono l’accettazione.
Rapporto accettato all’unanimità dei presenti.
(F. Celio, verbalista)

Pianificazione ospedaliera fuori legge

Care amiche, Cari amici degli ospedali di valle,
qui sotto trovate il nostro comunicato nel quale prendiamo posizione su quello che si può ben considerare lo scandalo della Pianificazione ospedaliera. A Bellinzona già da fine 2016  si sapeva che vari elementi della PO, votata a fine 2015, non sono conformi al diritto federale e quindi illegali. Ciononostante si è continuato nella sua applicazione che è andata soprattutto a detrimento degli ospedali di Acquarossa e di Faido. A far saltare il coperchio della pignatta è stata una decisione del TAF – Tribunale Amministrativo Federale del 25 febbraio 2019.

Ora si potrà forse ripartire tenendo conto anche della nostra Iniziativa per cure mediche e ospedaliere di prossimità. Un dibattito politico che si farà in Gran Consiglio, sarà quindi importante che lì ci siano persone che sappiano difendere gli ospedali di valle e la medicina di prossimità. Nella legislatura che sta per terminare si sono battuti a Bellinzona i nostri membri di comitato Franco Celio, Gina La Mantia e Matteo Pronzini, che qui  ringraziamo per tutto quello che hanno fatto e che speriamo continueranno a fare per la nostra battaglia. Franco, e ce ne dispiace molto, non si ricandida ma ci auguriamo che Gina La Mantia (Lista PS) e Matteo Pronzini (Lista MPS) vengano rieletti brillantemente.

Grazie per il vostro contributo.

Tiziana Mona
(presidente)

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COMUNICATO dell’ Associazione per gli ospedali di valle

Pianificazione ospedaliera fuori legge

 

Una vera opportunità perché tutto è da rifare

L’Associazione per gli ospedali di valle ritiene che la Pianificazione ospedaliera votata dal Gran Consiglio nel 2015 ha ricevuto il colpo di grazia con due decisioni del TAF Tribunale Amministrativo Federale. Ora si deve ripartire di nuovo, una vera opportunità per una Pianificazione ospedaliera al servizio di tutti, di qualità e di prossimità. Ci siamo sempre battuti contro questa PO, formulata dal Gran Consiglio dopo una gestazione a dir poco laboriosa con dibattiti interminabili durati più di due anni, che penalizza i nostri ospedali di valle, proponendo il loro ridimensionamento (se non una chiusura) e aprire ancora di più le porte alla sanità privata.
Siamo stati in prima fila nel referendum vinto nel giugno del 2016 contro la modifica della Legge sull’EOC. Quando il DSS ha fatto come se niente fosse accaduto e non ha capito il segnale giunto dalla popolazione, abbiamo lanciato con successo (quasi 15’000 firme) l’Iniziativa per cure mediche e ospedaliere di prossimità, per salvare i nostri ospedali. Quanto DSS e EOC stavano facendo con l’infelice Pianificazione è stato unicamente il ridimensionamento dell’Ospedale di Bellinzona e valli, in particolare ad Acquarossa e a Faido. Da Acquarossa è stata tolta la geriatria che era uno dei vanti dell’istituto, a Faido è stato decapitato il reparto di medicina acuta con la drastica riduzione dei posti letti e la scomparsa del primario a tempo pieno. Ad Acquarossa sono giunti i nuovi letti AMI, un reparto per pazienti che necessitano di cure mediche acute di minore intensità. Una proposta interessante e apprezzata ma messa in vigore con un vero pasticciaccio. Il TAF nella sua sentenza del 25 febbraio 2019, esprimendosi sui ricorsi di due cliniche private in materia di assegnazione dei mandati, afferma “… è chiaro che la forma ibrida che costituiscono i reparti acuti di minor intensità come prevista dalla legislazione cantonale viola il diritto federale.” Quindi reparti fuori legge ed ora a rischio. Si dovrà fare il possibile per salvarli trovando le soluzioni pianificatori e di finanziamento corrette. Cosa che non ha fatto il DSS pur già sapendo del problema dalla fine del 2016. Sempre nella sentenza del 25.2.1019 il TAF dichiara infatti che l’UFAS – Ufficio federale delle assicurazioni sociali già in data 7 novembre 2016 affermava che “in sostanza la pianificazione effettuata dal Canton Ticino non è conforme al diritto federale”.
Noi diciamo basta tergiversare e menar il can per l’aia. Gli ospedali di Acquarossa e di Faido devono ritornare ad essere dei VERI OSPEDALI PER LE CURE DI MEDICINA DI BASE NELL’AMBITO ACUTO: Ospedali ben organizzati, sostenuti nell’ambito della medicina interna generale da tutti i supporti tecnici e dai servizi specialistici necessari, Pronto soccorso 24h su 24h, 7 giorni su 7, cure ambulatoriali, presenza regolare di specialisti. Fondamentale inoltre che ci sia una massa critica di pazienti (letti di medicina acuta) affinché gli ospedali possano fungere da polo formativo per assistenti che in futuro saranno i tanto necessari medici di base.

È quanto chiediamo con la nostra Iniziativa per cure mediche e ospedaliere di prossimità che dal giugno del 2017 giace in qualche cassetto a Bellinzona. Ci attendiamo dai neo eletti in Consiglio di Stato e Gran Consiglio che affrontino immediatamente la procedura per un nuovo processo di Pianificazione e affinché il popolo possa rapidamente votare sia sulla nostra sia su quella Per la qualità e la sicurezza delle cure ospedaliere. Due proposte concrete per migliorare la sanità ticinese al servizio dei cittadini e delle cittadine di tutto il Cantone.

Associazione per gli ospedali di valle

Tiziana Mona
Presidente

13 marzo 2019

PIANIFICAZIONE OSPEDALIERA, QUO VADIS?

Ambrì, 8 marzo 2019

INTERPELLANZA urgente di Franco Celio

Premessa 1

Il sottoscritto deputato, pur conscio del fatto che un’interpellanza non può, formalmente, essere definita “urgente”, ha l’immodestia di credere che le comande oggetto del presente atto parlamentare rivestano effettivamente carattere di urgenza. Si permette pertanto di auspicare una risposta il più rapida possibile; se nulla osta già nel corso della sessione parlamentare di settimana prossima, tanto più che l’inevitabile rallentamento dell’attività legislativa, conseguente alle elezioni del prossimo aprile, farà sì che la stessa potrebbe ottenere risposta non prima della sessione di giugno (quando peraltro il sottoscritto non sarà più membro del Legislativo, per cui l’atto parlamentare in oggetto sarà considerato decaduto).

Premessa 2

Negli scorsi giorni i mezzi d’informazione hanno reso noto che il Tribunale amministrativo federale avrebbe accolto i ricorsi contro la Pianificazione ospedaliera cantonale presentati da due cliniche private, per cui l’attribuzione dei mandati andrebbe riveduta. Oggi si è poi saputo che nella medesima sentenza (o con atto separato, poco importa), lo stesso Tribunale avrebbe pure dichiarato “fuori legge” anche i cosiddetti “letti AMI” (“acuti di minore intensità”) introdotti nella Pianificazione stessa.

Domande

Di fronte a queste informazioni, il cittadino si chiede:
1. Corrispondono al vero?
2. Se sì, in che modo il Cantone intende reagire?
3. Per quanto concerne i “letti AMI”, come si reagirà? Gli ospedali cui sono stati attribuiti ne saranno privati? Entro quando?

Ringrazio per la comprensione e porgo i migliori saluti,

Franco Celio

Faido: giornata delle porte aperte all’ospedale

Sabato 6 ottobre 2018 a partire dalle 10.00.

Cara amica, Caro amico del nostro ospedale, la giornata delle porte aperte di sabato prossimo 6 ottobre a partire dalle 10.00 è davvero un’occasione da non mancare per manifestare il sostegno di tutta la valle, affinché l’Ospedale di Faido torni ad essere il punto centrale delle cure sanitarie alla popolazione leventinese e non solo.

Noi come Associazione per gli ospedali di valle abbiamo fatto pervenire al DSS e all’EOC settimana scorsa una serie di richieste, ponderate e discusse, che riteniamo atte a raggiungere questo obbiettivo (v. allegato Lettera DSS EOC (1)). La popolazione della Leventina ma anche di Blenio e della Riviera ha firmato massicciamente l’iniziativa per cure mediche e ospedaliere di prossimità che chiede il mantenimento di una medica acuta di qualità nelle valli: questi ospedali sono infatti vicini ai pazienti e alle loro famiglie, sono affidabili e anche meno cari. L’iniziativa con oltre 14’000 firme è stata depositata nel giugno dello scorso anno  di un anno, è tempo che le  giuste rivendicazioni vengano concretizzate e per questo abbiamo chiesto agli enti preposti DSS e EOC e alla politica di guardare al futuro con una visione nella quale centralizzazione e prossimità si completano. L’ospedale di Faido dovrà essere potenziato diventando un centro sociosanitario omnicomprensivo di qualità, la struttura portante della medicina di prossimità accanto e in collaborazione con tutti gli attori del settore: medici, 3Valli-soccorso, case anziani, aiuto domiciliare e pasti a domicilio, dialisi, pro senectute e altre organizzazioni settoriali.

Rilevante inoltre il ruolo di centro di formazione per giovani assistenti e la presenza regolare e/o consulenza di specialisti della casa madre, l’Ospedale di Bellinzona. Solo se riusciremo a trasmettere che in Leventina c’è un vero, profondo legame con il nosocomio, avremo le premesse per un suo rilancio in quanto vero ospedale e non solo come clinica di riabilitazione.

Grazie e a sabato.

Associazione per gli ospedali di valle
Tiziana Mona
(Presidente)

 

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