Verbale dell’assemblea del 22 novembre 2019

Associazione per gli ospedali di valle
Verbale dell’assemblea del 22 novembre 2019
Biasca, sede ATTE, ore 20.00

L’assemblea ordinaria della nostra Associazione è convocata in data odierna, presso la sede indicata, con il seguente ordine del giorno:

1. Saluto della presidente
2. Nomina del presidente del giorno e di 2 scrutatori
3. Verbale della seduta 3 dicembre 2018
4. Relazione del Comitato sull’attività svolta durante lo scorso anno
5. A che punto siamo con la nostra iniziativa Per cure mediche e ospedaliere di prossimità
6. Situazione Faido e Acquarossa
7. Attività futura
8. Rapporto finanziario e relazione della Commissione di revisione dei conti
9. Eventuali

Alle 20.10 la presidente T. Mona saluta i presenti (18; v. elenco allegato), in particolare i rappresentanti del DSS sig. Paolo Bianchi e sig.ra IvanaPetraglio, mentre il capo del Dipartimento on. De Rosa ha comunicato che arriverà con un leggero ritardo, a causa della sovrapposizione di altri impegni. Chiede poi se vi sono osservazioni all’ultimo verbale. Propone quindi di soprassedere alla lettura (proposta accettata all’unanimità).
Presenta poi la propria relazione (pt. 4 dell’odg), ricordando che il 2019 per la nostra Associazione è stato un anno di transizione e che in primavera c’è stato un avvenimento per noi abbastanza rilevante, il “cambio della guardia”, alla testa del DSS, con l’elezione dell’on. De Rosa al posto dell’on. Beltraminelli.

Il segretario F. Celio legge l’elenco degli scusati: Comuni di Faido (Astrid Pedrini) e di Bedretto (Elio Triulzi), Matteo Pronzini, dott. Rossano Solèr, Faido, Pierfranco Grandoni, Faido, Donatella Pessina, Chiggiogna, Elena Celio, Ambrì e Giuliana Colombini, Dongio. Quest’ultima ha inviato un breve messaggio, di cui dà lettura. Nello stesso chiede in sostanza al dott. Allegranza se corrisponda al vero che all’ospedale di Acquarossa il personale infermieristico sta diminuendo. Domanda inoltre se il reparto di medicina possa ancora considerarsi tale, e se il calo di cui si parla non rischi di compromettere il futuro polo socio-sanitario.

La presidente riprende quindi la parola, osservando che vi è stato in particolare un incontro con il nuovo consigliere di Stato on. De Rosa, il quale è apparso molto aperto al dialogo e interessato ad ascoltare le nostre opinioni. Dà poi la parola alla collega Gina La Mantia( pt. 5 dell’odg), come membro della Commissione Sanitaria del Gran Consiglio, per illustrare l’esame dell’iniziativa popolare, in forma generica, da noi lanciata “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”.
Gina La Mantia informa che la Commissione ha esaminato dapprima la questione della ricevibilità giuridica dell’inizativa, concludendo affermativamente (posizione avallata in seguito all’unanimità dal Parlamento stesso). Ora si tratta di procedere alla redazione del “testo conforme” all’iniziativa, compito per il quale la Commissione dovrà far capo alla collaborazione dei funzionari del DSS.
L’on. De Rosa, giunto nel frattempo, conferma la procedura, aggiungendo che se si prospettasse la possibilità di un’intesa con gli iniziativisti egli si impegnerebbe per giungere alla concretizzazione di un risultato in tal senso. A tale scopo proporrà, per il prossimo mese di gennaio, un incontro fra i promotori dell’iniziativa e il nuovo Consiglio d’amministrazione dell’Ente ospedaliero cantonale, destinato anche a valutare le situazioni a Faido e Acquarossa. Aggiunge inoltre che la sentenza del Tribunale amministrativo federale se presa alla lettera, in quanto emargina l’apporto della politica alla eleborazioe delle pianificazione, lascia comunque poche speranze alla continuazione dell’attività degli ospedali delle regioni periferiche.
La Mantia osserva che un Messaggio governativo sul tema era stasto promesso più volte già dall’on. Beltraminelli, ma non è mai arrivato. T.Mona chiede anche che ne è del progetto di sostenere degli assistentati per medici di famiglia ( uno dei punti della nostra iniziativa).
L’on. De Rosa precisa che il Messaggio sull’assistentato è in dirittura d’arrivo. Non essendo ancora stato esaminato dal Governo non può però anticiparne i contenuti.
IL dott. Savary rileva con piacere che sull’iniziativa “Per cure di qualità” è stato possibile trovare una soluzione soddisfacente.

Trattanda 6
Il dott. Allegranza (presente in quanto invitato dal Comitato), riallacciandosi a una domanda della sig.ra Colombini, smentisce le voci sul calo del personale infermieristico. il reparto “acuto a minore intensità”, che il TAF aveva messo in discussione (ritenendolo non conforme alla legge) ” funziona bene, con un tasso di occupazione vicino al 90%.
F. Celio domanda se il personale medico non potrebbe far sentire la sua voce a sostegno di questi reparti, da talune parti contestati. Chiede inoltre se non si potrebbe aggiungere un repatro “ami” anche a Faido.
Il dott. Allegranza risponde di sì alla prima domanda. Alla seconda fa notare che non è possibile prevederli dappertutto; qualora mancasse la “massa critica”, serebbe inutile insistere.
il dott. Ongaro (pure invitato dal Comitato) aggiunge che è difficile precisarne esattamente i contenuti, ad es. in Italia le cure per l’acuzie sono frammentate in varie parti, a seconda della gravità dei casi. Sottolinea l’importanza della formazione dei medici negli ospedali periferici per poterli “legare” al territorio, purtroppo i candidati ticinesi sono scarsi. Se non si arriva a un maggior numero di medici di famiglia, non si potranno mai ridurre i costi sanitari. Precisa inoltre che ad Acquarossa vi sono diversi medici “senior” e 5 assistenti, di cui , per la prima volta dopo anni, 2 ticinesi.
Il prof Martinoli osserva a sua volta che, ad es. a Faido, i “reparti” dovrebbero scomparire, a favore di una visione d’assieme del paziente e di chi se ne occupa.
Mona: non è possibile un maggiore interscambio di personale fra i diversi reparti? Ritiene che questo sia un problema serio, che richiede una soluzione, anche per diminuire la tendenza alla centralizzazione. Si compiace che si vada verso l’attuazione dell’articolo costituzionale con la promozione di un assistentato per medici di famiglia.

Trattanda 7 La presidente ritiene che i temi siano già stati discussi, ripartiti sulle varie trattande e per il 2020 il percorso è tracciato con la discussione a livello di legislativo della nostra iniziativa.

Trattanda 8
Nel 2019 il movimento è stato scarso. Le entrate sono costituite dalle tasse sociali; le uscite da spese postali, affitto occupazione locali e simili. Il patrimonio sociale, al 31.10.2019, ammonta a fr. 10’390.75. Bruno Grassi legge il repporto dei revisori che ne propongono l’accettazione.
Rapporto accettato all’unanimità dei presenti.
(F. Celio, verbalista)

SMANTELLAMENTO DEGLI OSPEDALI DI VALLE E ANCHE DEI DIRITTI POPOLARI?

Interpellanza parlamentare di Franco Celio

Il Foglio Ufficiale ha confermato settimana scorsa la riuscita dell’iniziativa popolare “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”, che ha raccolto ben 14’136 firme valide, ossia pù del doppio di quelle necessarie.

Nel frattempo sembra tuttavia che all’ospedale di Faido, il caposervizio di riabilitazione e di medicina fisica, che dirige tuttora il Servizio di riabilitazione, essendo prossimo al pensionamento non verrebbe sostituito. La sua funzione sverrebbe pertanto soppressa e trasferita alla clinica di Novaggio. Il nuovo responsabile delle due sedi non assicurerebbe quindi più picchetti di medicina a Faido.

Sembra inoltre che anche il tasso di attività dei medici attualmente presenti all’ospedale di Faido sia destinato a ridursi, entro breve, al 50%.

Con la presente interpellanza, chiedo perciò al Consiglio di Stato:

  1. Può confermare, o smentire, le indiscrezioni sopra riportate?
  2. Corrisponde al vero che è prevista una riduzione del pensum lavorativo a livello dei quadri superiori attivi in medicina interna presso l’Ospedale Distrettuale?
  3. È giustificata l’impressione che il DSS, d’intesa con l’EOC (o viceversa) intendono smantellare, anche i diritti popolari, affinché l’iniziativa citata in        apertura giunga al voto ormai, almeno in parte, priva di oggetto?

 

Franco Celio

!cid_4B01AB71-C6CE-47B5-85C9-169F1AB543D9@home

 

 

OSPEDALI DI VALLE: davvero c’è già tutto ?

L’opinione di Sebastiano Martinoli*

L’iniziativa popolare per cure mediche e ospedaliere di prossimità è stata plebiscitata con 14000 firme dai ticinesi. Il consigliere di stato e capo del DSS ha commentato dicendo che essa chiedeva qualcosa che in sostanza già era contenuto nella pianificazione accettata il 15 dicembre dal Gran Consiglio. Davvero?  E come la mettiamo con il tentativo di togliere la geriatria ad Acquarossa ? E che risposta dare alla mozione di Franco Celio, De Rosa e altri che chiedevano con giusto senso di opportunità gestionale che a Faido si affiancassero ai  letti acuti anche dei letti acuti di minor intensità, che non sono stati concessi ?
Il  presidente dell’EOC nella presentazione dei  risultati  del 2016 manda dei fiori alla cooperazione pubblico-privato che presto   dovrebbe essere facilitata da una versione light  dei corrispondenti articoli della LEOC. Con astuzia esemplifica con l’altrimenti impossibilitata cooperazione con la Fondazione Casa Anziani di Acquarossa per costruire il nuovo ospedale. Davvero ? Da quando in qua  è necessaria una legge di cooperazione tra pubblico e privato per accettare l’offerta gratuita della messa a disposizione di un terreno  da parte della Fondazione per costruirvi  un ospedale ?  Soprattutto sapendo che già adesso Casa per Anziani e Ospedale di Acquarossa hanno in comune non pochi servizi  (cucina, lavanderia ecc).  A me sembra che Sanvido sventoli qualcosa che si colora di ricatto: state bravi bleniesi, altrimenti non vi costruisco l’ospedale nuovo. Non posso dimenticare il progetto di pianificazione presentato nell’aprile 2014  dal DSS in combutta con l’EOC. Esso non aveva nemmeno permesso agli ospedali periferici di Faido, Acquarossa e Castelrotto di presentare la loro candidatura per ricevere mandati nell’ambito della pianificazione ospedaliera, poi modificata dal Gran Consiglio. Si trattava di un progetto che voleva eliminare i sevizi di pronto soccorso e  la possibilità di ospedalizzazioni acute nei tre ospedali. Agli ospedali periferici fu messa la museruola!  Forse mi sbaglio ma mi sembra che l’iniziativa riuscita ha toccato un nervo scoperto al binomio DSS-EOC e temo che entrambi si agiteranno per annientarne le rivendicazioni moderne ,  sensate e consone con la volontà di potenziare la medicina di base e di prossimità  espressa dal popolo svizzero nel 2014.

*Chirurgo

Senza nome.png

Corriere del Ticino, 01.06.2017 – Pg. 37

PER UNA RETE SANITARIA DI PROSSIMITÀ

Lanciata un’iniziativa popolare per promuovere su tutto il territorio cure di base eque e, tramite gli ospedali di zona, le cure acute stazionarie e ambulatoriali

di Francesco Bonsaver

Un gruppo di medici, di cittadini e politici di diversi partiti ha promosso un’iniziativa a difesa di una rete di cure mediche e ospedaliere di prossimità. Costa meno e fa il bene dei pazienti.
Se per gli interventi altamente specialistici nessuno contesta la necessità di concentrarli in un’unica struttura ospedaliera dove accumulare sapere e macchinari, per le cure di base il discorso si rovescia. Una rete capillare nel territorio garantisce una miglior qualità, una minor spesa ed è nell’interesse della salute dei pazienti. Tanto più che le cure altamente specialistiche riguardano il 10%, mentre il restante 90% è di base. Per perorare questa causa, un gruppo di cittadini, di medici e politici di diversi schieramenti hanno promosso un’iniziativa cantonale «Per cure mediche e ospedaliere di prossimità». La raccolta firme è già partita il 1° aprile e il tempo stringe, dovendo raccogliere settemila firme entro la fine di maggio. L’iniziativa chiede di realizzare la promozione della medicina di base e di famiglia sancita nell’articolo 117 della Costituzione e plebescitata dagli svizzeri nel 2014 con l’87,7% di voti favorevoli. Se tutti gli altri cantoni hanno già adottato misure per applicare la decisione popolare, in Ticino nulla si è mosso.
Ad esempio, la Fondazione per la promozione della formazione in medicina di famiglia che sostiene finanziariamente la creazione di posti di formazione per medici di base, afferma che l’unico cantone a non averne fatto richiesta è il Ticino. Eppure, stando al comitato d’iniziativa, le opportunità non mancherebbero. Gli ospedali di zona, quali Faido, Acquarossa e Castelrotto, sono considerati luoghi di formazione ideali per medici generalisti (cioè di famiglia) perché consentono di confrontarsi con le più diverse patologie. Ciò favorirebbe l’inserimento di nuovi medici di famiglia in queste regioni, di cui si sente una forte mancanza. Medici di base la cui funzione primaria di un sistema di sanità di qualità è riconosciuta da tutti. A parole, almeno.
In particolare, l’ospedale di Acquarossa in Val di Blenio è stato a lungo considerato dall’Eoc polo della geriatria sopracenerina, luogo dunque ideale per una formazione specifica postgraduata. Eppure il Dss e direzione Ente ospedaliero cantonale avevano previsto di chiuderla. Ma dopo la pesante sconfessione in votazione popolare con la bocciatura della modifica di legge Eoc che avrebbe spianato la via alla privatizzazione e la risicata sconfitta   dell’iniziativa «Giù le mani dagli ospedali», la politica cantonale sanitaria appare paralizzata. Della pianificazione ospedaliera non si hanno più notizie da tempo.
Ma nel silenzio mediatico, gli intenti del Dss guidato da Paolo Beltraminelli proseguono, stando agli iniziativisti.
Illuminanti in questo senso le parole del dottor Sebastiano Martinoli, primo firmatario dell’iniziativa e primario di chirurgia alla Clinica Luganese Moncucco, in una lettera pubblicata sul Giornale del Popolo. «Vogliamo ospedali di valle efficienti e siamo stufi che ad ogni mossa del duo Eoc/Dss capiti alla medicina ospedaliera delle valli quello che succede a una forma di formaggio incustodita: ad ogni mossa politica centralistica di Eoc/Dss un topo ne mangia via un pezzetto e alla fine non ci sarà più formaggio».
Gli iniziativisti vogliono dunque salvare il “formaggio”, «mantenere la piena efficacia dei nostri ospedali di valle poiché ci permettono di curare la maggior parte delle malattie dei nostri vallerani a “chilometro zero” e a costi contenuti – prosegue il dottor Martinoli –. La giornata di cura negli ospedali di valle costa 800 franchi, mentre a Bellinzona 1.200. Acquarossa costa sui dodici milioni all’anno (con 8 milioni di salari distribuiti in valle) mentre l’Eoc ha aumentato in cinque anni i costi totali di esercizio da 520 milioni a 638 milioni, ossia 10 volte il costo dell’esercizio dell’Ospedale di Acquarossa».

Apparso sul settimanale AREA  del 28 aprile 2017

Area.jpg

Scarica la pagina di AREA, nella quale è pure inserito un articolo a difesa del servizio postale, “Salviamo la posta
ARE_07_28.04_011

IL CIRCOLO MEDICO TRE VALLI SOSTIENE L’INIZIATIVA “PER CURE MEDICHE E OSPEDALIERE DI PROSSIMITÀ”

Il Circolo medico Tre Valli, riunitosi in Assemblea il 27.4.2017, ha deciso di sostenere in modo convinto l’INIZIATIVA PER CURE MEDICHE E OSPEDALIERE DI PROSSIMITÀ.

Queste le finalità:

– un’accessibilità alle cure mediche di base anche nelle regioni discoste, concretizzando finalmente l’articolo 117a) della Costituzione federale approvato dal popolo ticinese e svizzero a larga maggioranza il 18.5.2014, che recita “Nell’ambito delle loro competenze, la Confederazione e i Cantoni provvedono affinché tutti abbiano accesso a cure mediche di base sufficienti e di qualità. Entrambi riconoscono e promuovono la medicina di famiglia come componente fondamentale di tali cure”.

– una medicina di qualità a costi contenuti.

– Per mantenere i posti di formazione per i medici, creando i presupposti per installarsi sul territorio (dove abbiamo un medico ogni 720 abitanti, con una media ticinese di un medico ogni 250).

Invitiamo pertanto tutti coloro che condividono questi intenti a sottoscrivere l’INIZIATIVA PER CURE MEDICHE E OSPEDALIERE DI PROSSIMITÀ.

Il Presidente del CMTV
Dr.med. Moreno Guidicelli

Il Vicepresidente
Dr. Med. Sandro Bonetti
m_als3.jpg

Non basta un ombrello

di Giuliana Colombini

Per ripararci da pericoli in vista, a volte basta un ombrello come scudo, ma qui, invece, occorre una firma sull’Iniziativa per cure mediche e ospedaliere di prossimità.

Gli ospedali di zona (Acquarossa, Faido e Castelorotto) verranno declassati al punto tale che tutti eviteranno di andarci, oppure non avranno più i letti a disposizione per il nostro caso, oppure non avranno aperto il pronto soccorso al momento dell’urgenza.

E allora? Allora dovremo recarci in città per una bagatella o per essere ricoverati in un ospedale “vero”, con le tariffe della camera maggiorate di un terzo. Inoltre, i nostri parenti dovranno subire pure i costi e i rischi delle trasferte, quando tutto sarebbe stato quasi a chilometro zero.

I medici assistenti eviteranno di fare pratica in questi ospedali di bassa categoria, poco interessanti per la loro formazione.

Dunque? Dunque vedremo sempre meno il debutto di medici di famiglia e, soprattutto, saranno mosche bianche coloro che mostreranno un attaccamento alle zone discoste come le valli.

E allora? Allora dovremo far capo agli specialisti, che visitano unicamente la parte riguardante la loro specialità e che costano il triplo di un medico generico.

Solo un medico di famiglia considera il quadro completo della nostra salute.

Ripariamoci dai costi elevati e dalle visite superflue, che potrebbero magari procurare confusioni e controindicazioni tra una cura prescritta e l’altra.

Il medico di famiglia ha una visione globale del nostro stato di salute e prende il tempo per ascoltare i nostri dolori, le nostre ansie, i nostri acciacchi. Lo specialista, seppur con bella maniera, ci fa capire quando usciamo dal suo campo e, per risolvere quel problema svicolato, occorrerà ricorrere ad un altro specialista, quando magari bastava un medico di base dall’inizio.

Non sto dicendo che occorre sabotare gli specialisti, ma che questi dovrebbero entrare in gioco in un secondo tempo, dopo un consulto del medico di fiducia.

In Ticino abbiamo un medico di famiglia per ogni 250 abitanti, con l’età media di 54 anni, vale a dire che molti di loro fra una decina di anni saranno sostituiti da medici “ambulanti” che avranno sempre meno tempo da dedicare ai pazienti, i quali, di riflesso, si sentiranno curati da un qualsiasi medico, lontano dal sentirsi seguiti da un medico di base.

Nelle Tre Valli abbiamo, invece, nientemeno che un medico di famiglia ogni 720 abitanti! Forse perché da noi l’aria è meno inquinata, viviamo nella natura e perché ci nutriamo di roba più genuina… Eh no, saremo forse più sani, ma di certo saremo i primi a dover subire l’inadeguatezza delle cure di base, che dovrebbero essere garantite, già da qualche anno, su tutto il territorio.Ospedale 6.jpgRipariamoci fin che siamo in tempo: firmiamo l’iniziativa che chiede al Gran Consiglio la messa in atto dell’articolo 117a della Costituzione federale, che abbiamo votato nel 2014 e che solo il Ticino ha ignorato. Quell’articolo assicura su tutto il territorio cure di base uguali per tutti, tramite gli ospedali di zona, promuovendo la medicina di famiglia e la formazione di medici di famiglia. L’iniziativa chiede, inoltre, che gli ospedali di zona devono avere dimensioni e strutture adatte a garantire la qualità delle cure e devono diventare centri di competenza e di formazione del personale di cura.

Ripariamoci, firmando al più presto l’Iniziativa per cure mediche e ospedaliere di prossimità, anche scaricabile dal sito www.ospedalidivalle.wordpress.com.

 

Articolo apparso su TIO il 19.04.2017
http://www.tio.ch/News/Ospite/1141323/Non-basta-un-ombrello

Il senso di un ospedale di valle oggi

Sandro Bonetti, medico di famiglia di Dongio e co-firmatario dell’iniziativa “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”

All’inizio del mese di aprile è cominciata la raccolta delle firme a favore dell’iniziativa “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”, che ha come obiettivo non solo il mantenimento ma il potenziamento dell’offerta sanitaria di base in tutto il Cantone, in particolare nelle regioni discoste. La pianificazione ospedaliera e in generale la gestione della sanità ticinese sembrano orientate sempre più verso la centralizzazione delle prestazioni, con una progressiva riduzione dell’offerta nelle valli e nelle regioni considerate fuori mano. Spesso per motivare questa tendenza la politica afferma che si vuole migliorare la qualità delle cure, mentre quello che si rischia di ottenere è l’esatto contrario. Ho lavorato in diversi ospedali del Canton Ticino prima di rilevare lo studio di un medico di famiglia nella Val di Blenio e ho potuto osservare il modo di praticare la medicina sia negli ospedali grandi sia in quelli piccoli. Posso affermare che, se da un lato la formazione negli ospedali maggiori è utile per imparare la gestione di patologie molto complesse e a presentazione meno frequente, è proprio negli ospedali più piccoli che viene praticata la medicina che uso nel quotidiano nel mio studio. Negli ospedali di zona (Acquarossa e Faido), grazie alla presenza di medici di qualità eccellente, viene praticata una medicina moderna e concreta, poco dispendiosa ma comunque efficace perché sopperisce alla mancanza di esami complessi (come ad esempio la TAC o la risonanza magnetica) e di medici specialisti con lo sviluppo di competenze che permettono di gestire la maggior parte delle patologie. Ci sono certamente pazienti che necessitano esami più approfonditi e in questi casi non si indugia e si organizza un trasferimento in un centro specializzato. In questo senso anche la capacità di saper scegliere quali pazienti necessitano realmente un esame che vada oltre ai mezzi tecnici a disposizione è una competenza che va acquisita e praticata.

In un sistema sanitario in cui i costi salgono in continuazione è cruciale il ruolo del medico di base che contribuisce al loro controllo grazie ad una medicina ponderata, basata sulla profonda conoscenza del paziente e sul dialogo che si instaura con lui. Per quanto riguarda il mio personale percorso formativo, questo tipo di approccio mi è stato insegnato principalmente all’ospedale di Acquarossa. Per questo è di grande importanza che vi venga mantenuto anche un pronto soccorso aperto giorno e notte perché è proprio questo reparto a rappresentare il luogo di formazione ideale per sviluppare le competenze descritte in precedenza. Vedo quindi nella formazione dei giovani medici una delle funzioni d’eccellenza per i nosocomi di valle, considerando inoltre che il passaggio in un ospedale periferico durante il periodo di formazione è uno dei modi più efficaci per instaurare un legame con un territorio dove per falsi preconcetti o scarsa conoscenza pochi andrebbero a stabilirsi.

Questa iniziativa non è quindi un tentativo di difendere in modo campanilistico quanto c’è nelle regioni lontane dai centri urbani, ma piuttosto di rendere coscienti che mantenere in modo capillare sul territorio una medicina di base moderna e concreta con l’utilizzo delle risorse a disposizione sul posto rappresenta una garanzia di qualità e di contenimento dei costi. Mi sento quindi di appoggiarla pienamente e invito tutti a farlo, sottoscrivendo l’iniziativa “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità” sul formulario scaricabile dal sito https://ospedalidivalle.wordpress.com .

l_7ot0.jpg

Articolo pubblicato da TIO il 19.04.2016
http://www.tio.ch/News/Ospite/1141356/Il-senso-di-un-ospedale-di-valle-oggi/

Presentazione dell’Iniziativa popolare “per cure mediche e ospedaliere di prossimità”

Venite anche voi alla conferenza stampa organizzata dalla nostra associazione

mercoledì 29 marzo, alle ore 11.00, nella Casa Cavalier Pellanda di Biasca

per la presentazione dell’iniziativa popolare che abbiamo deciso di lanciare.

Interverranno
Prof.Dr.med Sebastiano Martinoli, primo firmatario
Marina Carobbio Guscetti, Consigliera nazionale
Dr.Moreno Guidicelli, presidente del Circolo medico Tre Valli

Introduzione e moderazione
Tiziana Mona, Presidente Associazione per gli ospedali di valle

Saranno presenti anche numerosi altri membri del gruppo promotore.
L’inizio della raccolta delle firme è previsto a partire dal prossimo 1. aprile.

In chiusura della conferenza sarà offerto un aperitivo.

Associazione per gli ospedali di valle

 

* Per contattare la nostra associazione, potete utilizzare il modulo CONTATTI