Un applauso al personale sanitario…e qualche fischio a chi ha lavorato per smantellare le strutture sanitarie

coronavirus

Cari amici , care amiche degli ospdali di valle,
si scrivono, si dicono, si leggono, si sentono tante cose nel quadro della grave situazione creata del Coronavirus. Ci guardiamo bene dal voler inserirci in questa valanga di informazioni, non ne abbiamo certamente la competenza. Ci sembra però interessante pubblicare un commento tratto dal bollettino quotidiano redatto con molta perizia dal MPS, perché tocca direttamente il nostro campo di interessi e di attività.
Auguro a tutte e tutti di trascorrere giornate tranquille, rispettando le consegne di “restare a casa” , e mando un messaggio di sostegno e un grande grazie a tutte le persone che lavorano sul fronte sanitario.

Tiziana Mona
Presidente Ass.per gli ospedali di valle

**  **  **  **  **  **  **  **  **  **  **  **  **  **  **

Un applauso al personale sanitario… e qualche fischio a chi ha lavorato per smantellare le strutture sanitarie

Abbiamo condiviso l’applauso per il personale sanitario che in queste settimana sta facendo veri e propri miracoli. Li abbiamo applauditi e continueremo a farlo.
Ma, di loro e delle condizioni nelle quali lavorano, dobbiamo ricordarcene sempre, non solo quando abbiamo bisogno di loro.
Ed è proprio quello che questo governo e la maggioranza politica che lo sostiene non hanno fatto negli ultimi anni.
Non lo hanno fatto quando, sistematicamente, hanno lavorato per limitare la massimo gli effettivi nelle strutture sanitarie, spingendo la gente a trovare soluzioni individuali di fronte ad uno stress sempre maggiore (infatti sono molti i dipendenti del settore che scelgono di lavorare a tempo parziale).
Non lo hanno fatto quando hanno praticato una politica sistematica di smantellamento delle strutture sanitarie. Negli ultimi anni abbiamo vissuto, a più riprese, votazioni e dibattiti perché il governo e i suoi hanno avanzato proposte e progetti di riorganizzazione, ristrutturazione e smantellamento della sanità pubblica.

In questo momento di sovraffollamento delle strutture sanitarie rimpiangiamo quelle diverse centinaia di posti letto (251 per l’esattezza pari al 18% dei posti letto acuti) che la pianificazione ospedaliera, proposta unanimemente dal governo e votata dai maggiori partiti, ha soppresso nel 2015 (cinque anni fa, non cinquanta!).
Interi ospedali come Acquarossa e Faido sono stati di fatto cancellati come ospedali, mantenendo delle strutture minime destinate, attraverso un continuo lavoro ai fianchi, a gettare la spugna e ad essere chiuse come ospedali.
Tutto questo in nome delle esigenze di redditività, di una presunta concentrazione e ottimizzazione delle risorse, di fatto di una diminuzione dei fondi assegnanti alle strutture sanitarie pubbliche.
Assemblea 2018docx (1)-convertedPerché i tagli non si sono limitati a questo. A partire dal 2014 il Consiglio di Stato, con il sostegno della maggioranza del Gran Consiglio ha, dapprima dimezzato, e successivamente azzerato il contributo annuale di circa 6 milioni di franchi che veniva versato all’EOC per la copertura dei costi notturni dei Pronto Soccorsi (del deficit). Tale scellerata scelta politica era anch’essa figlia della volontà di ridurre i costi della sanità. Nella realtà ha contribuito a ridurre le capacità d’intervento dei nostri Pronto Soccorso che tutti hanno potuto constare negli ultimi anni.

Bellinzona, 21 marzo 2020

Pianificazione ospedaliera fuori legge

Care amiche, Cari amici degli ospedali di valle,
qui sotto trovate il nostro comunicato nel quale prendiamo posizione su quello che si può ben considerare lo scandalo della Pianificazione ospedaliera. A Bellinzona già da fine 2016  si sapeva che vari elementi della PO, votata a fine 2015, non sono conformi al diritto federale e quindi illegali. Ciononostante si è continuato nella sua applicazione che è andata soprattutto a detrimento degli ospedali di Acquarossa e di Faido. A far saltare il coperchio della pignatta è stata una decisione del TAF – Tribunale Amministrativo Federale del 25 febbraio 2019.

Ora si potrà forse ripartire tenendo conto anche della nostra Iniziativa per cure mediche e ospedaliere di prossimità. Un dibattito politico che si farà in Gran Consiglio, sarà quindi importante che lì ci siano persone che sappiano difendere gli ospedali di valle e la medicina di prossimità. Nella legislatura che sta per terminare si sono battuti a Bellinzona i nostri membri di comitato Franco Celio, Gina La Mantia e Matteo Pronzini, che qui  ringraziamo per tutto quello che hanno fatto e che speriamo continueranno a fare per la nostra battaglia. Franco, e ce ne dispiace molto, non si ricandida ma ci auguriamo che Gina La Mantia (Lista PS) e Matteo Pronzini (Lista MPS) vengano rieletti brillantemente.

Grazie per il vostro contributo.

Tiziana Mona
(presidente)

** ** ** ** ** ** ** ** ** ** ** ** ** ** ** ** ** **

COMUNICATO dell’ Associazione per gli ospedali di valle

Pianificazione ospedaliera fuori legge

 

Una vera opportunità perché tutto è da rifare

L’Associazione per gli ospedali di valle ritiene che la Pianificazione ospedaliera votata dal Gran Consiglio nel 2015 ha ricevuto il colpo di grazia con due decisioni del TAF Tribunale Amministrativo Federale. Ora si deve ripartire di nuovo, una vera opportunità per una Pianificazione ospedaliera al servizio di tutti, di qualità e di prossimità. Ci siamo sempre battuti contro questa PO, formulata dal Gran Consiglio dopo una gestazione a dir poco laboriosa con dibattiti interminabili durati più di due anni, che penalizza i nostri ospedali di valle, proponendo il loro ridimensionamento (se non una chiusura) e aprire ancora di più le porte alla sanità privata.
Siamo stati in prima fila nel referendum vinto nel giugno del 2016 contro la modifica della Legge sull’EOC. Quando il DSS ha fatto come se niente fosse accaduto e non ha capito il segnale giunto dalla popolazione, abbiamo lanciato con successo (quasi 15’000 firme) l’Iniziativa per cure mediche e ospedaliere di prossimità, per salvare i nostri ospedali. Quanto DSS e EOC stavano facendo con l’infelice Pianificazione è stato unicamente il ridimensionamento dell’Ospedale di Bellinzona e valli, in particolare ad Acquarossa e a Faido. Da Acquarossa è stata tolta la geriatria che era uno dei vanti dell’istituto, a Faido è stato decapitato il reparto di medicina acuta con la drastica riduzione dei posti letti e la scomparsa del primario a tempo pieno. Ad Acquarossa sono giunti i nuovi letti AMI, un reparto per pazienti che necessitano di cure mediche acute di minore intensità. Una proposta interessante e apprezzata ma messa in vigore con un vero pasticciaccio. Il TAF nella sua sentenza del 25 febbraio 2019, esprimendosi sui ricorsi di due cliniche private in materia di assegnazione dei mandati, afferma “… è chiaro che la forma ibrida che costituiscono i reparti acuti di minor intensità come prevista dalla legislazione cantonale viola il diritto federale.” Quindi reparti fuori legge ed ora a rischio. Si dovrà fare il possibile per salvarli trovando le soluzioni pianificatori e di finanziamento corrette. Cosa che non ha fatto il DSS pur già sapendo del problema dalla fine del 2016. Sempre nella sentenza del 25.2.1019 il TAF dichiara infatti che l’UFAS – Ufficio federale delle assicurazioni sociali già in data 7 novembre 2016 affermava che “in sostanza la pianificazione effettuata dal Canton Ticino non è conforme al diritto federale”.
Noi diciamo basta tergiversare e menar il can per l’aia. Gli ospedali di Acquarossa e di Faido devono ritornare ad essere dei VERI OSPEDALI PER LE CURE DI MEDICINA DI BASE NELL’AMBITO ACUTO: Ospedali ben organizzati, sostenuti nell’ambito della medicina interna generale da tutti i supporti tecnici e dai servizi specialistici necessari, Pronto soccorso 24h su 24h, 7 giorni su 7, cure ambulatoriali, presenza regolare di specialisti. Fondamentale inoltre che ci sia una massa critica di pazienti (letti di medicina acuta) affinché gli ospedali possano fungere da polo formativo per assistenti che in futuro saranno i tanto necessari medici di base.

È quanto chiediamo con la nostra Iniziativa per cure mediche e ospedaliere di prossimità che dal giugno del 2017 giace in qualche cassetto a Bellinzona. Ci attendiamo dai neo eletti in Consiglio di Stato e Gran Consiglio che affrontino immediatamente la procedura per un nuovo processo di Pianificazione e affinché il popolo possa rapidamente votare sia sulla nostra sia su quella Per la qualità e la sicurezza delle cure ospedaliere. Due proposte concrete per migliorare la sanità ticinese al servizio dei cittadini e delle cittadine di tutto il Cantone.

Associazione per gli ospedali di valle

Tiziana Mona
Presidente

13 marzo 2019

Nuova pianificazione ospedaliera: su quali base poggerà?

11 marzo 201

INTERROGAZIONE  di Gina La Mantia

Alla luce delle recenti sentenze del Tribunale amministrativo federale per quanto riguarda l’attribuzione dei mandati e la non conformità alla legge superiore del contributo di 30 franchi richiesto al paziente per i letti AMI, diventa palese che la pianificazione ospedaliera è da rifare.

Le due iniziative depositate nel mese di giugno del 2017 “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità” e “Per la qualità e la sicurezza delle cure ospedaliere” contengono delle proposte concrete per affrontare la nuova pianificazione su delle basi più solide, che tenga conto dei criteri di fabbisogno e che favorisca le cure di prossimità e che conferisca agli ospedali di valle un ruolo innovativo nella panoramica sanitaria ticinese.

Fatte queste premesse, e rimandando inoltre all’odierno comunicato stampa del Partito Socialista, ci permettiamo di sottoporre al Consiglio di Stato le seguenti domande:

  • Alle luce delle recenti sentenze del Tribunale amministrativo federale, come intende agire?
  • Quando intende iniziare la nuova pianificazione ospedaliera?
  • Che futuro prevede per i letti AMI in generale e per l’ospedale di Acquarossa?
  • Come intende sciogliere il nodo della non conformità al diritto superiore del metodo di finanziamento dei letti AMI?

L’iniziativa “Per la qualità e la sicurezza delle cure ospedaliere” chiede di adottare dei criteri ben precisi e trasparenti per determinare gli istituti sanitari d’interesse pubblico, criteri come, tra altri, il fabbisogno indispensabile di cure.

  • Non ritiene il Consiglio di Stato che, applicando quanto chiesto dall’iniziativa, la nuova pianificazione risulterebbe conforme a quanto stabilito dal Tribunale amministrativo federale in merito ai due ricorsi delle cliniche Santa Chiara e Moncucco?

Con stima

Gina La Mantia

PIANIFICAZIONE OSPEDALIERA, QUO VADIS?

Ambrì, 8 marzo 2019

INTERPELLANZA urgente di Franco Celio

Premessa 1

Il sottoscritto deputato, pur conscio del fatto che un’interpellanza non può, formalmente, essere definita “urgente”, ha l’immodestia di credere che le comande oggetto del presente atto parlamentare rivestano effettivamente carattere di urgenza. Si permette pertanto di auspicare una risposta il più rapida possibile; se nulla osta già nel corso della sessione parlamentare di settimana prossima, tanto più che l’inevitabile rallentamento dell’attività legislativa, conseguente alle elezioni del prossimo aprile, farà sì che la stessa potrebbe ottenere risposta non prima della sessione di giugno (quando peraltro il sottoscritto non sarà più membro del Legislativo, per cui l’atto parlamentare in oggetto sarà considerato decaduto).

Premessa 2

Negli scorsi giorni i mezzi d’informazione hanno reso noto che il Tribunale amministrativo federale avrebbe accolto i ricorsi contro la Pianificazione ospedaliera cantonale presentati da due cliniche private, per cui l’attribuzione dei mandati andrebbe riveduta. Oggi si è poi saputo che nella medesima sentenza (o con atto separato, poco importa), lo stesso Tribunale avrebbe pure dichiarato “fuori legge” anche i cosiddetti “letti AMI” (“acuti di minore intensità”) introdotti nella Pianificazione stessa.

Domande

Di fronte a queste informazioni, il cittadino si chiede:
1. Corrispondono al vero?
2. Se sì, in che modo il Cantone intende reagire?
3. Per quanto concerne i “letti AMI”, come si reagirà? Gli ospedali cui sono stati attribuiti ne saranno privati? Entro quando?

Ringrazio per la comprensione e porgo i migliori saluti,

Franco Celio

SMANTELLAMENTO DEGLI OSPEDALI DI VALLE E ANCHE DEI DIRITTI POPOLARI?

Interpellanza parlamentare di Franco Celio

Il Foglio Ufficiale ha confermato settimana scorsa la riuscita dell’iniziativa popolare “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”, che ha raccolto ben 14’136 firme valide, ossia pù del doppio di quelle necessarie.

Nel frattempo sembra tuttavia che all’ospedale di Faido, il caposervizio di riabilitazione e di medicina fisica, che dirige tuttora il Servizio di riabilitazione, essendo prossimo al pensionamento non verrebbe sostituito. La sua funzione sverrebbe pertanto soppressa e trasferita alla clinica di Novaggio. Il nuovo responsabile delle due sedi non assicurerebbe quindi più picchetti di medicina a Faido.

Sembra inoltre che anche il tasso di attività dei medici attualmente presenti all’ospedale di Faido sia destinato a ridursi, entro breve, al 50%.

Con la presente interpellanza, chiedo perciò al Consiglio di Stato:

  1. Può confermare, o smentire, le indiscrezioni sopra riportate?
  2. Corrisponde al vero che è prevista una riduzione del pensum lavorativo a livello dei quadri superiori attivi in medicina interna presso l’Ospedale Distrettuale?
  3. È giustificata l’impressione che il DSS, d’intesa con l’EOC (o viceversa) intendono smantellare, anche i diritti popolari, affinché l’iniziativa citata in        apertura giunga al voto ormai, almeno in parte, priva di oggetto?

 

Franco Celio

!cid_4B01AB71-C6CE-47B5-85C9-169F1AB543D9@home

 

 

OSPEDALI DI VALLE: davvero c’è già tutto ?

L’opinione di Sebastiano Martinoli*

L’iniziativa popolare per cure mediche e ospedaliere di prossimità è stata plebiscitata con 14000 firme dai ticinesi. Il consigliere di stato e capo del DSS ha commentato dicendo che essa chiedeva qualcosa che in sostanza già era contenuto nella pianificazione accettata il 15 dicembre dal Gran Consiglio. Davvero?  E come la mettiamo con il tentativo di togliere la geriatria ad Acquarossa ? E che risposta dare alla mozione di Franco Celio, De Rosa e altri che chiedevano con giusto senso di opportunità gestionale che a Faido si affiancassero ai  letti acuti anche dei letti acuti di minor intensità, che non sono stati concessi ?
Il  presidente dell’EOC nella presentazione dei  risultati  del 2016 manda dei fiori alla cooperazione pubblico-privato che presto   dovrebbe essere facilitata da una versione light  dei corrispondenti articoli della LEOC. Con astuzia esemplifica con l’altrimenti impossibilitata cooperazione con la Fondazione Casa Anziani di Acquarossa per costruire il nuovo ospedale. Davvero ? Da quando in qua  è necessaria una legge di cooperazione tra pubblico e privato per accettare l’offerta gratuita della messa a disposizione di un terreno  da parte della Fondazione per costruirvi  un ospedale ?  Soprattutto sapendo che già adesso Casa per Anziani e Ospedale di Acquarossa hanno in comune non pochi servizi  (cucina, lavanderia ecc).  A me sembra che Sanvido sventoli qualcosa che si colora di ricatto: state bravi bleniesi, altrimenti non vi costruisco l’ospedale nuovo. Non posso dimenticare il progetto di pianificazione presentato nell’aprile 2014  dal DSS in combutta con l’EOC. Esso non aveva nemmeno permesso agli ospedali periferici di Faido, Acquarossa e Castelrotto di presentare la loro candidatura per ricevere mandati nell’ambito della pianificazione ospedaliera, poi modificata dal Gran Consiglio. Si trattava di un progetto che voleva eliminare i sevizi di pronto soccorso e  la possibilità di ospedalizzazioni acute nei tre ospedali. Agli ospedali periferici fu messa la museruola!  Forse mi sbaglio ma mi sembra che l’iniziativa riuscita ha toccato un nervo scoperto al binomio DSS-EOC e temo che entrambi si agiteranno per annientarne le rivendicazioni moderne ,  sensate e consone con la volontà di potenziare la medicina di base e di prossimità  espressa dal popolo svizzero nel 2014.

*Chirurgo

Senza nome.png

Corriere del Ticino, 01.06.2017 – Pg. 37

RIUSCITA L’INIZIATIVA POPOLARE CANTONALE “PER CURE MEDICHE E OSPEDALIERE DI PROSSIMITÀ”.

Consegnate alla  Cancelleria del Cantone  le firme a sostegno dell’Iniziativa popolare cantonale “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”

Venerdì 26 maggio i rappresentanti dell’Associazione per gli ospedali di valle hanno consegnato alla  Cancelleria del Cantone  le firme a sostegno dell’Iniziativa popolare cantonale “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”. L’iniziativa con il suo approccio propositivo per una definizione della politica sanitaria cantonale che tenga conto dei bisogni di tutta la popolazione indipendentemente dal luogo di residenza e che si stacchi dall’imperativo della centralizzazione ad oltranza ha ottenuto un grande consenso popolare. Sono infatti più di 14’000 le firme raccolte in tutto il Cantone, un risultato fra i tre più alti degli ultimi dieci anni. L’iniziativa chiede

– cure di base eque su tutto il territorio cantonale

– la promozione della medicina di famiglia

– e la formazione di medici di famiglia, segnatamente negli ospedali di zona (o situati nelle regioni considerate discoste), la creazione in questi ospedali di centri di competenza nell’ambito delle cure stazionarie e ambulatoriali, della geriatria, delle cure palliative e della riabilitazione.

!cid_4B01AB71-C6CE-47B5-85C9-169F1AB543D9@home

!cid_3CB83D78-4D75-4D24-AAFE-1D211D8F11D8@home

!cid_3A9DD65F-E2A7-4070-8862-762A84564CE3@home

PER CURE MEDICHE E OSPEDALIERE DI PROSSIMITÀ

Il Circolo medico Tre Valli, invita a sottoscrivere l’iniziativa per cure mediche ed ospedaliere di prossimità

di Moreno Guidicelli*

Il 1.4.2017 è stata lanciata la raccolta delle firme per l’iniziativa per cure mediche ed ospedaliere di prossimità. Si tratta di un’iniziativa legislativa generica che in sostanza vuole vincolare nella legge la presenza negli ospedali di zona di un Pronto Soccorso (di tipo B, cioè che non richiede la presenza di un servizio di chirurgia nè di cure intense), aperto 24h/24 e 7/7 giorni, nonchè di cure stazionarie acute (per la medicina interna e per la geriatria) con conseguente adeguata presenza di personale medico-sanitario. L’iniziativa si riallaccia all’articolo 117a della Costituzione federale per la promozione della medicina di base e di famiglia, plebiscitato il 18.5.2014 sia a livello ticinese che svizzero, articolo che finora non ha avuto nessun riscontro pratico in Ticino.

A scanso di equivoci, è importante sottolineare che l’iniziativa non vuole riportare la chirurgia negli Ospedali di Faido o di Acquarossa, nè tantomeno è contraria ad un Ospedale Cantonale universitario dove mettere sotto un unico tetto la medicina e la chirurgia di punta, che rappresentano tuttavia ca.il 10% della casistica. E’ infatti provato che in caso di patologie rare la concentrazione apporta un beneficio sia a livello di prognosi (maggiore expertise dei medici) sia a livello economico. D’altro lato, va pure sottolineato che un ospedale altamente specialistico non dovrebbe occuparsi di patologie “di routine” perchè ciò rappresenterebbe un uso poco appropriato di tempo e di risorse (Prof. Hoppeler, Bollettino dei medici svizzeri 2014; 95:39).

È importante ribadire che gli ospedali di zona offrono un servizio indispensabile e complementare ai medici attivi sul territorio delle Tre Valli, dove si calcola una densità di 1 medico per 720 abitanti, mentre a livello ticinese si ha un rapporto di 1:250. Inoltre, mediante l’iniziativa si vogliono garantire posti di formazione per medici di base, in un periodo dove c’è carenza di professionisti e dove manca il fisiologico ricambio generazionale della classe medica. Tale compito formativo rappresenta pure un’opportunità di “agganciare” i medici in formazione sul nostro territorio.

Negli ospedali di zona si pratica una medicina di ottimo livello pur avendo a disposizione meno mezzi diagnostici rispetto ad un ospedale regionale. Nella medicina si parla sempre più di “choosing wisely” cioè di scegliere in modo ponderato le opzioni diagnostiche che comportino delle conseguenze terapeutiche con un beneficio reale al paziente. Gli ospedali di Acquarossa e di Faido, a giusta ragione,  possono ritenersi dei pionieri in questo ambito che permette di ridurre la spesa sanitaria, fatto che si riflette in un risparmio di ca. 1/3 sui costi di degenza, pur mantenendo una medicina di qualità.

Inoltre va tenuta presente l’importante funzione di “triage” dei pazienti che necessitano effettivamente di un trasferimento all’Ospedale regionale di riferimento, permettendo di non sovraccaricare ulteriormente i servizi del nosocomio maggiore.

Questi sono alcuni degli argomenti per i quali vi invitiamo, pure come Circolo medico Tre Valli, a sottoscrivere l’iniziativa per cure mediche ed ospedaliere di prossimità, il cui testo è scaricabile alla pagina ospedalidivalle/form.

* Presidente del Circolo medico Tre Valli.

Camera Acquarossa.jpg

  • Apparso sul Corriere del Ticino di mercoledì 10 maggio 2013.

Non basta un ombrello

di Giuliana Colombini

Per ripararci da pericoli in vista, a volte basta un ombrello come scudo, ma qui, invece, occorre una firma sull’Iniziativa per cure mediche e ospedaliere di prossimità.

Gli ospedali di zona (Acquarossa, Faido e Castelorotto) verranno declassati al punto tale che tutti eviteranno di andarci, oppure non avranno più i letti a disposizione per il nostro caso, oppure non avranno aperto il pronto soccorso al momento dell’urgenza.

E allora? Allora dovremo recarci in città per una bagatella o per essere ricoverati in un ospedale “vero”, con le tariffe della camera maggiorate di un terzo. Inoltre, i nostri parenti dovranno subire pure i costi e i rischi delle trasferte, quando tutto sarebbe stato quasi a chilometro zero.

I medici assistenti eviteranno di fare pratica in questi ospedali di bassa categoria, poco interessanti per la loro formazione.

Dunque? Dunque vedremo sempre meno il debutto di medici di famiglia e, soprattutto, saranno mosche bianche coloro che mostreranno un attaccamento alle zone discoste come le valli.

E allora? Allora dovremo far capo agli specialisti, che visitano unicamente la parte riguardante la loro specialità e che costano il triplo di un medico generico.

Solo un medico di famiglia considera il quadro completo della nostra salute.

Ripariamoci dai costi elevati e dalle visite superflue, che potrebbero magari procurare confusioni e controindicazioni tra una cura prescritta e l’altra.

Il medico di famiglia ha una visione globale del nostro stato di salute e prende il tempo per ascoltare i nostri dolori, le nostre ansie, i nostri acciacchi. Lo specialista, seppur con bella maniera, ci fa capire quando usciamo dal suo campo e, per risolvere quel problema svicolato, occorrerà ricorrere ad un altro specialista, quando magari bastava un medico di base dall’inizio.

Non sto dicendo che occorre sabotare gli specialisti, ma che questi dovrebbero entrare in gioco in un secondo tempo, dopo un consulto del medico di fiducia.

In Ticino abbiamo un medico di famiglia per ogni 250 abitanti, con l’età media di 54 anni, vale a dire che molti di loro fra una decina di anni saranno sostituiti da medici “ambulanti” che avranno sempre meno tempo da dedicare ai pazienti, i quali, di riflesso, si sentiranno curati da un qualsiasi medico, lontano dal sentirsi seguiti da un medico di base.

Nelle Tre Valli abbiamo, invece, nientemeno che un medico di famiglia ogni 720 abitanti! Forse perché da noi l’aria è meno inquinata, viviamo nella natura e perché ci nutriamo di roba più genuina… Eh no, saremo forse più sani, ma di certo saremo i primi a dover subire l’inadeguatezza delle cure di base, che dovrebbero essere garantite, già da qualche anno, su tutto il territorio.Ospedale 6.jpgRipariamoci fin che siamo in tempo: firmiamo l’iniziativa che chiede al Gran Consiglio la messa in atto dell’articolo 117a della Costituzione federale, che abbiamo votato nel 2014 e che solo il Ticino ha ignorato. Quell’articolo assicura su tutto il territorio cure di base uguali per tutti, tramite gli ospedali di zona, promuovendo la medicina di famiglia e la formazione di medici di famiglia. L’iniziativa chiede, inoltre, che gli ospedali di zona devono avere dimensioni e strutture adatte a garantire la qualità delle cure e devono diventare centri di competenza e di formazione del personale di cura.

Ripariamoci, firmando al più presto l’Iniziativa per cure mediche e ospedaliere di prossimità, anche scaricabile dal sito www.ospedalidivalle.wordpress.com.

 

Articolo apparso su TIO il 19.04.2017
http://www.tio.ch/News/Ospite/1141323/Non-basta-un-ombrello

Il senso di un ospedale di valle oggi

Sandro Bonetti, medico di famiglia di Dongio e co-firmatario dell’iniziativa “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”

All’inizio del mese di aprile è cominciata la raccolta delle firme a favore dell’iniziativa “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”, che ha come obiettivo non solo il mantenimento ma il potenziamento dell’offerta sanitaria di base in tutto il Cantone, in particolare nelle regioni discoste. La pianificazione ospedaliera e in generale la gestione della sanità ticinese sembrano orientate sempre più verso la centralizzazione delle prestazioni, con una progressiva riduzione dell’offerta nelle valli e nelle regioni considerate fuori mano. Spesso per motivare questa tendenza la politica afferma che si vuole migliorare la qualità delle cure, mentre quello che si rischia di ottenere è l’esatto contrario. Ho lavorato in diversi ospedali del Canton Ticino prima di rilevare lo studio di un medico di famiglia nella Val di Blenio e ho potuto osservare il modo di praticare la medicina sia negli ospedali grandi sia in quelli piccoli. Posso affermare che, se da un lato la formazione negli ospedali maggiori è utile per imparare la gestione di patologie molto complesse e a presentazione meno frequente, è proprio negli ospedali più piccoli che viene praticata la medicina che uso nel quotidiano nel mio studio. Negli ospedali di zona (Acquarossa e Faido), grazie alla presenza di medici di qualità eccellente, viene praticata una medicina moderna e concreta, poco dispendiosa ma comunque efficace perché sopperisce alla mancanza di esami complessi (come ad esempio la TAC o la risonanza magnetica) e di medici specialisti con lo sviluppo di competenze che permettono di gestire la maggior parte delle patologie. Ci sono certamente pazienti che necessitano esami più approfonditi e in questi casi non si indugia e si organizza un trasferimento in un centro specializzato. In questo senso anche la capacità di saper scegliere quali pazienti necessitano realmente un esame che vada oltre ai mezzi tecnici a disposizione è una competenza che va acquisita e praticata.

In un sistema sanitario in cui i costi salgono in continuazione è cruciale il ruolo del medico di base che contribuisce al loro controllo grazie ad una medicina ponderata, basata sulla profonda conoscenza del paziente e sul dialogo che si instaura con lui. Per quanto riguarda il mio personale percorso formativo, questo tipo di approccio mi è stato insegnato principalmente all’ospedale di Acquarossa. Per questo è di grande importanza che vi venga mantenuto anche un pronto soccorso aperto giorno e notte perché è proprio questo reparto a rappresentare il luogo di formazione ideale per sviluppare le competenze descritte in precedenza. Vedo quindi nella formazione dei giovani medici una delle funzioni d’eccellenza per i nosocomi di valle, considerando inoltre che il passaggio in un ospedale periferico durante il periodo di formazione è uno dei modi più efficaci per instaurare un legame con un territorio dove per falsi preconcetti o scarsa conoscenza pochi andrebbero a stabilirsi.

Questa iniziativa non è quindi un tentativo di difendere in modo campanilistico quanto c’è nelle regioni lontane dai centri urbani, ma piuttosto di rendere coscienti che mantenere in modo capillare sul territorio una medicina di base moderna e concreta con l’utilizzo delle risorse a disposizione sul posto rappresenta una garanzia di qualità e di contenimento dei costi. Mi sento quindi di appoggiarla pienamente e invito tutti a farlo, sottoscrivendo l’iniziativa “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità” sul formulario scaricabile dal sito https://ospedalidivalle.wordpress.com .

l_7ot0.jpg

Articolo pubblicato da TIO il 19.04.2016
http://www.tio.ch/News/Ospite/1141356/Il-senso-di-un-ospedale-di-valle-oggi/