Due avvenimenti importanti per i nostri ospedali

    Nell’articolo “Associazione per gli ospedali di valle”, apparso nel numero di marzo della nostra Voce di Blenio, promettevamo di riferire maggiori dettagli nella pubblicazione successiva.

Una quarantina di persone si sono radunate lo scorso 8 marzo, alla Bibliomedia di Biasca, per costituire l’Associazione per gli ospedali di valle e per lanciare l’Iniziativa popolare legislativa per cure mediche e ospedaliere di prossimità.

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L’Ospedale Bleniese di Acquarossa (EOC)

Perché è nata l’Associazione per gli ospedali di valle? Il comitato “Pianificazione ospedaliera Così No” ha ritenuto fosse giunta l’ora di darsi un’organizzazione per poter facilitare i contatti e per rendere più trasmissibili le idee e le rivendicazioni della popolazione, rimanendo propositivi e aperti a una proficua collaborazione con le Autorità comunali e cantonali.
L’assemblea costitutiva ha votato lo statuto di quest’associazione che ha lo scopo di promuovere una medicina di prossimità sul territorio cantonale e di mantenere, in particolare nei Distretti di Leventina e di Blenio, gli ospedali che garantiscano le cure di base e di assicurare a tutta la popolazione le prestazioni adeguate e di qualità, elettive e di urgenza, in ambito stazionario e ambulatoriale.

Il comitato, “composto da un minimo di 5 a un massimo di 11 persone” è stato presto formato dal massimo consentito, infatti si è cercato di coinvolgere medici, politici e cittadini di differenti cerchie e, nel contempo, di rappresentare tutte le regioni toccate dal problema.
Nella carica di presidente è stata nominata Tiziana Mona di Ambrì, che è coadiuvata dai membri:
Sandro Bonetti, Dongio; Franco Celio, Ambrì; dr. Mariadele Christe, Mairengo; Giuliana Colombini, Dongio; dr. Moreno Guidicelli, Biasca; Devi Grassi Caratti, Faido; Gina La Mantia, Olivone; Matteo Pronzini, Bellinzona; Daniele Ryser, Novaggio e dr. Beppe Savary-Borioli, Russo.

Perché è nata l’Iniziativa popolare legislativa per cure mediche e ospedaliere di prossimità?
I risultati delle due votazioni del giugno 2016 hanno talmente ostacolato e sconvolto i piani, dicono, che le bocce sembrano proprio ferme e si teme il peggio: lo smantellamento degli ospedali di valle.
L’unica mossa che potrà portare una nuova ventata, è fare rivalsa sull’articolo costituzionale 117a sulla medicina di famiglia, approvato dal popolo nel 2014 e per il quale il Ticino non ha ancora fatto nulla, l’unico Cantone svizzero rimasto al palo.

Art. 117a Medicina di base:

  1. Nell’ambito delle loro competenze, la Confederazione e i Cantoni si adoperano a favore di una medicina di base di alta qualità accessibile a tutti. Entrambi riconoscono e promuovono la medicina di famiglia come componente fondamentale della medicina di base.
  2. La Confederazione emana prescrizioni sulla formazione e sul perfezionamento per le professioni della medicina di base, nonché sui requisiti per l’esercizio delle stesse.
  3. Essa può:
  4. partecipare all’elaborazione di basi volte a sviluppare ulteriormente e a coordinare la medicina di base;
  5. adottare misure volte a garantire la qualità delle prestazioni

Con l’iniziativa popolare legislativa per cure mediche e ospedaliere di prossimità si chiede al Gran Consiglio di varare al più presto una riforma legislativa fondata sui seguenti principi:

  1. Il Cantone, conformemente all’art.117a della Costituzione federale, assicura su tutto il territorio cantonale cure di base eque e, tramite i suoi ospedali regionali e di zona, cure acute stazionarie e ambulatoriali. Esso promuove la medicina di famiglia, le reti di cura integrate e la formazione dei medici di famiglia, segnatamente negli ospedali di zona.
  1. Gli ospedali di zona e quelli che hanno la stessa tipologia di prestazioni assicurano:

– cure stazionarie acute (pacchetto base medicina interna e  geriatria)
– un Pronto soccorso tipo B  aperto 24 ore al giorno 7 giorni su 7
– servizi ambulatoriali
– la  presenza del personale medico-sanitario necessario.

Le dimensioni dei reparti stazionari acuti devono essere tali da garantire la qualità e l’appropriatezza delle cure.

  1. Gli ospedali di zona devono pure essere centri di competenza e di formazione nell’ambito delle cure stazionarie acute e ambulatoriali, della geriatria, delle cure palliative e della riabilitazione.

Molti medici hanno aderito volentieri sia all’Associazione sia all’Iniziativa.

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L’ospedale di Faido (EOC)

Alcuni politici si sono risentiti perché i promotori non li hanno contattati, quando avrebbero potuto portare il loro contributo e appoggio. A parte il fatto che sono tuttora in tempo, si deve pur ammettere che per i promotori non era un passo automatico prendere contatto con gli schieramenti finora attivi sul fronte opposto, visto che i fautori di questa iniziativa sono gli stessi dell’iniziativa “Giù le mani dagli ospedali” e gli stessi che erano contro la modifica della legge ospedaliera nella primavera 2016.
Se davvero stavolta ci saranno comprensione e accettazione, l’obiettivo sarà più facile da raggiungere e la collaborazione partirà già dalla raccolta delle firme, lavoro impegnativo e non sempre piacevole.

Entro il 31 maggio si dovranno raccogliere almeno 7’000 firme!

Tutti gli interessati a dare un colpo di mano possono scrivere a ass.ospedalivalle@gmail.com
e chi vuole ottenere un’informazione aggiornata può far capo al sito ufficiale dell’associazione https://ospedalidivalle.wordpress.com

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L’Ospedale Malcantonese (Fond. Giuseppe Rossi)