Ciao Tiziana

Si è spenta lo scorso 4 aprile, all’età di 78 anni, Tiziana Mona, giornalista e prima conduttrice di un telegiornale in Europa. Sposata con Marco e residente ad Ambrì, Tiziana è sempre stata legatissima alla nostra valle, tanto che spesso dalle nostre parti la si poteva incontrare a eventi o feste.
Presidente e instancabile trascinatrice dell’Associazione per gli ospedali di valle, il suo impegno è stato fondamentale nella lotta che ha portato alla bocciatura della pianificazione ospedaliera cantonale del 5 giugno 2016 e al salvataggio degli ospedali di Acquarossa e Faido.
È infatti suo buona parte del merito per il successo ottenuto dall’iniziativa popolare legislativa “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”, che aveva raccolto quasi 15’000 adesioni.

Fa buon viaggio, cara Tiziana.



Davide Buzzi

Faido: giornata delle porte aperte all’ospedale

Sabato 6 ottobre 2018 a partire dalle 10.00.

Cara amica, Caro amico del nostro ospedale, la giornata delle porte aperte di sabato prossimo 6 ottobre a partire dalle 10.00 è davvero un’occasione da non mancare per manifestare il sostegno di tutta la valle, affinché l’Ospedale di Faido torni ad essere il punto centrale delle cure sanitarie alla popolazione leventinese e non solo.

Noi come Associazione per gli ospedali di valle abbiamo fatto pervenire al DSS e all’EOC settimana scorsa una serie di richieste, ponderate e discusse, che riteniamo atte a raggiungere questo obbiettivo (v. allegato Lettera DSS EOC (1)). La popolazione della Leventina ma anche di Blenio e della Riviera ha firmato massicciamente l’iniziativa per cure mediche e ospedaliere di prossimità che chiede il mantenimento di una medica acuta di qualità nelle valli: questi ospedali sono infatti vicini ai pazienti e alle loro famiglie, sono affidabili e anche meno cari. L’iniziativa con oltre 14’000 firme è stata depositata nel giugno dello scorso anno  di un anno, è tempo che le  giuste rivendicazioni vengano concretizzate e per questo abbiamo chiesto agli enti preposti DSS e EOC e alla politica di guardare al futuro con una visione nella quale centralizzazione e prossimità si completano. L’ospedale di Faido dovrà essere potenziato diventando un centro sociosanitario omnicomprensivo di qualità, la struttura portante della medicina di prossimità accanto e in collaborazione con tutti gli attori del settore: medici, 3Valli-soccorso, case anziani, aiuto domiciliare e pasti a domicilio, dialisi, pro senectute e altre organizzazioni settoriali.

Rilevante inoltre il ruolo di centro di formazione per giovani assistenti e la presenza regolare e/o consulenza di specialisti della casa madre, l’Ospedale di Bellinzona. Solo se riusciremo a trasmettere che in Leventina c’è un vero, profondo legame con il nosocomio, avremo le premesse per un suo rilancio in quanto vero ospedale e non solo come clinica di riabilitazione.

Grazie e a sabato.

Associazione per gli ospedali di valle
Tiziana Mona
(Presidente)

 

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IL municipio di Prato Leventina scrive a DSS e EOC

Nel corso del mese di novembre il municipio di Faido in seguito alla riduzione dei posti letti di medicina all’Ospedale distrettuale ha inviato una lettera al DSS e all’EOC. Di seguito i comuni della Leventina si sono uniti alla protesta con lettere analoghe a questa che pubblichiamo di Prato Leventina. L’EOC ha risposto a queste critiche e sollecitazioni con una lunga lettera di 8 pagine. Il municipio di Faido ha chiesto di discuterne con rappresentanti dell’ente. L’incontro con l’EOC avverrà prossimamente e vi parteciperanno rappresentanti dei Comuni leventinesi e dell’Associazione per gli ospedali di valle.

La lettera del municipio di Prato Leventina a DSS e EOC

Lettera DSS

Basta con lo smantellamento dell’Ospedale distrettuale di Faido

L’assemblea dell’Associazione per gli ospedali di valle, tenutasi a Biasca il 19 ottobre 2017, esprime la propria preoccupazione per il progressivo smantellamento, sempre più palesemente in atto, di quel (poco) che resta dell’Ospedale di Faido, ormai declassato a “clinica di riabilitazione”. Segni di stampo diverso arrivano invece dalla Valle di Blenio, dove si sta sviluppando un progetto di Polo sanitario, attorno all’Ospedale di Acquarossa e alla Casa per anziani La Quercia.

La prima conseguenza del declassamento in atto a Faido è l’eliminazione di quindici posti letto del reparto di medicina, intervenuta in queste settimane. Con i restanti quindici posti (nel migliore dei casi) l’ospedale non potrà più rispondere ai bisogni della popolazione.  Alle richieste dei medici che operano in Leventina di ricoverarvi i pazienti che richiedono cure stazionarie, vien infatti risposto sempre più spesso di mandarli a Bellinzona o altrove. In quanto alla “clinica di riabilitazione” sembra – stando a notizie affidabili riportate da vari pazienti – che l’Ente preposto alla gestione dei diversi nosocomi del Cantone, in particolare tramite l’ospedale di Bellinzona, sia impegnato a boicottare la stessa “clinica”, dirottando su Novaggio tutti i possibili pazienti.

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Se così fosse (ma i dubbi al riguardo sono scarsi), si tratterebbe chiaramente di una manovra volta a svuotare di contenuto l’ospedale di Faido medesimo, prima che possa essere messa in votazione l’iniziativa popolare “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”. L’iniziativa promossa con largo successo la scorsa primavera dalla nostra Associazione, chiede che un ospedale come quello di Faido debba assicurare cure stazionarie acute (pacchetto base di medicina interna).

Chiediamo che queste misure siano congelate per permettere ai cittadini e alle cittadine di esprimersi in merito alle richieste della stessa, e non “quando i buoi saranno già usciti dalla stalla” e si potrà più facilmente combattere l’iniziativa con l’argomento che oramai, nelle valli non c’è più niente da salvare.

Nuovi ambulatori specialistici a Faido

L’opinione di  Rossano Solèr, Dr. med.*

In riferimento all’articolo “Dal dottore in valle”, apparso su
La Regione del 28.06.2017 a  pag 9.

Iniziative come quella descritta (creazione di un ambulatorio pediatrico e di 4 ambulatori
specialistici a Faido), seppur lodevoli per quel che concerne l’ambulatorio pediatrico, non
possono essere considerate una vera risposta alla mancanza di medici di famiglia nelle zone
periferiche, come traspare velatamente dall’articolo.
A noi medici di famiglia la presenza sul territorio di un pediatra 1/2 giornata/settimana aiuta
poco, dovremo sempre essere disponibili le altre 4 ½ giornate.
Mi lascia però perplesso la prevista futura creazione di 4 nuovi ambulatori specialistici
(ginecologia, radiologia, chirurgia, ortopedia) che di fatto da decenni già esistono e
funzionano a 200 metri di distanza presso l’ospedale di Faido dove settimanalmente sono
operativi consulenti delle stesse specialità. Spero solo che la presenza di questi doppioni non
portino in futuro ad un ulteriore smantellamento delle prestazioni dell’ospedale di Faido
(vista la vicina alternativa privata…).
Segnalo inoltre che nè il pediatra, nè gli specialisti consulenti partecipano al picchetto
medico e in media-alta Leventina tra meno di due anni rimarrà per questo servizio un solo
medico disponibile (tutti gli altri avranno più di 60 anni).
Per il futuro della medicina di base in Leventina (e non solo) non serve creare ambulatori
specialistici ma bisognerebbe favorire l’insediamento di generalisti ben formati, che possano
partecipare al servizio di picchetto e che abbiano possibilmente assolto parte della
formazione anche in ospedali periferici come quello di Faido in modo da essere
sufficientemente abituati a “lavorare con meno tecnologia” e più esperienza clinica.

*Dr. Rossano Solèr, Medicina Interna Generale FMH, Faido

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SMANTELLAMENTO DEGLI OSPEDALI DI VALLE E ANCHE DEI DIRITTI POPOLARI?

Interpellanza parlamentare di Franco Celio

Il Foglio Ufficiale ha confermato settimana scorsa la riuscita dell’iniziativa popolare “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”, che ha raccolto ben 14’136 firme valide, ossia pù del doppio di quelle necessarie.

Nel frattempo sembra tuttavia che all’ospedale di Faido, il caposervizio di riabilitazione e di medicina fisica, che dirige tuttora il Servizio di riabilitazione, essendo prossimo al pensionamento non verrebbe sostituito. La sua funzione sverrebbe pertanto soppressa e trasferita alla clinica di Novaggio. Il nuovo responsabile delle due sedi non assicurerebbe quindi più picchetti di medicina a Faido.

Sembra inoltre che anche il tasso di attività dei medici attualmente presenti all’ospedale di Faido sia destinato a ridursi, entro breve, al 50%.

Con la presente interpellanza, chiedo perciò al Consiglio di Stato:

  1. Può confermare, o smentire, le indiscrezioni sopra riportate?
  2. Corrisponde al vero che è prevista una riduzione del pensum lavorativo a livello dei quadri superiori attivi in medicina interna presso l’Ospedale Distrettuale?
  3. È giustificata l’impressione che il DSS, d’intesa con l’EOC (o viceversa) intendono smantellare, anche i diritti popolari, affinché l’iniziativa citata in        apertura giunga al voto ormai, almeno in parte, priva di oggetto?

 

Franco Celio

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OSPEDALI DI VALLE: davvero c’è già tutto ?

L’opinione di Sebastiano Martinoli*

L’iniziativa popolare per cure mediche e ospedaliere di prossimità è stata plebiscitata con 14000 firme dai ticinesi. Il consigliere di stato e capo del DSS ha commentato dicendo che essa chiedeva qualcosa che in sostanza già era contenuto nella pianificazione accettata il 15 dicembre dal Gran Consiglio. Davvero?  E come la mettiamo con il tentativo di togliere la geriatria ad Acquarossa ? E che risposta dare alla mozione di Franco Celio, De Rosa e altri che chiedevano con giusto senso di opportunità gestionale che a Faido si affiancassero ai  letti acuti anche dei letti acuti di minor intensità, che non sono stati concessi ?
Il  presidente dell’EOC nella presentazione dei  risultati  del 2016 manda dei fiori alla cooperazione pubblico-privato che presto   dovrebbe essere facilitata da una versione light  dei corrispondenti articoli della LEOC. Con astuzia esemplifica con l’altrimenti impossibilitata cooperazione con la Fondazione Casa Anziani di Acquarossa per costruire il nuovo ospedale. Davvero ? Da quando in qua  è necessaria una legge di cooperazione tra pubblico e privato per accettare l’offerta gratuita della messa a disposizione di un terreno  da parte della Fondazione per costruirvi  un ospedale ?  Soprattutto sapendo che già adesso Casa per Anziani e Ospedale di Acquarossa hanno in comune non pochi servizi  (cucina, lavanderia ecc).  A me sembra che Sanvido sventoli qualcosa che si colora di ricatto: state bravi bleniesi, altrimenti non vi costruisco l’ospedale nuovo. Non posso dimenticare il progetto di pianificazione presentato nell’aprile 2014  dal DSS in combutta con l’EOC. Esso non aveva nemmeno permesso agli ospedali periferici di Faido, Acquarossa e Castelrotto di presentare la loro candidatura per ricevere mandati nell’ambito della pianificazione ospedaliera, poi modificata dal Gran Consiglio. Si trattava di un progetto che voleva eliminare i sevizi di pronto soccorso e  la possibilità di ospedalizzazioni acute nei tre ospedali. Agli ospedali periferici fu messa la museruola!  Forse mi sbaglio ma mi sembra che l’iniziativa riuscita ha toccato un nervo scoperto al binomio DSS-EOC e temo che entrambi si agiteranno per annientarne le rivendicazioni moderne ,  sensate e consone con la volontà di potenziare la medicina di base e di prossimità  espressa dal popolo svizzero nel 2014.

*Chirurgo

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Corriere del Ticino, 01.06.2017 – Pg. 37

RIUSCITA L’INIZIATIVA POPOLARE CANTONALE “PER CURE MEDICHE E OSPEDALIERE DI PROSSIMITÀ”.

Consegnate alla  Cancelleria del Cantone  le firme a sostegno dell’Iniziativa popolare cantonale “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”

Venerdì 26 maggio i rappresentanti dell’Associazione per gli ospedali di valle hanno consegnato alla  Cancelleria del Cantone  le firme a sostegno dell’Iniziativa popolare cantonale “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”. L’iniziativa con il suo approccio propositivo per una definizione della politica sanitaria cantonale che tenga conto dei bisogni di tutta la popolazione indipendentemente dal luogo di residenza e che si stacchi dall’imperativo della centralizzazione ad oltranza ha ottenuto un grande consenso popolare. Sono infatti più di 14’000 le firme raccolte in tutto il Cantone, un risultato fra i tre più alti degli ultimi dieci anni. L’iniziativa chiede

– cure di base eque su tutto il territorio cantonale

– la promozione della medicina di famiglia

– e la formazione di medici di famiglia, segnatamente negli ospedali di zona (o situati nelle regioni considerate discoste), la creazione in questi ospedali di centri di competenza nell’ambito delle cure stazionarie e ambulatoriali, della geriatria, delle cure palliative e della riabilitazione.

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PER UNA RETE SANITARIA DI PROSSIMITÀ

Lanciata un’iniziativa popolare per promuovere su tutto il territorio cure di base eque e, tramite gli ospedali di zona, le cure acute stazionarie e ambulatoriali

di Francesco Bonsaver

Un gruppo di medici, di cittadini e politici di diversi partiti ha promosso un’iniziativa a difesa di una rete di cure mediche e ospedaliere di prossimità. Costa meno e fa il bene dei pazienti.
Se per gli interventi altamente specialistici nessuno contesta la necessità di concentrarli in un’unica struttura ospedaliera dove accumulare sapere e macchinari, per le cure di base il discorso si rovescia. Una rete capillare nel territorio garantisce una miglior qualità, una minor spesa ed è nell’interesse della salute dei pazienti. Tanto più che le cure altamente specialistiche riguardano il 10%, mentre il restante 90% è di base. Per perorare questa causa, un gruppo di cittadini, di medici e politici di diversi schieramenti hanno promosso un’iniziativa cantonale «Per cure mediche e ospedaliere di prossimità». La raccolta firme è già partita il 1° aprile e il tempo stringe, dovendo raccogliere settemila firme entro la fine di maggio. L’iniziativa chiede di realizzare la promozione della medicina di base e di famiglia sancita nell’articolo 117 della Costituzione e plebescitata dagli svizzeri nel 2014 con l’87,7% di voti favorevoli. Se tutti gli altri cantoni hanno già adottato misure per applicare la decisione popolare, in Ticino nulla si è mosso.
Ad esempio, la Fondazione per la promozione della formazione in medicina di famiglia che sostiene finanziariamente la creazione di posti di formazione per medici di base, afferma che l’unico cantone a non averne fatto richiesta è il Ticino. Eppure, stando al comitato d’iniziativa, le opportunità non mancherebbero. Gli ospedali di zona, quali Faido, Acquarossa e Castelrotto, sono considerati luoghi di formazione ideali per medici generalisti (cioè di famiglia) perché consentono di confrontarsi con le più diverse patologie. Ciò favorirebbe l’inserimento di nuovi medici di famiglia in queste regioni, di cui si sente una forte mancanza. Medici di base la cui funzione primaria di un sistema di sanità di qualità è riconosciuta da tutti. A parole, almeno.
In particolare, l’ospedale di Acquarossa in Val di Blenio è stato a lungo considerato dall’Eoc polo della geriatria sopracenerina, luogo dunque ideale per una formazione specifica postgraduata. Eppure il Dss e direzione Ente ospedaliero cantonale avevano previsto di chiuderla. Ma dopo la pesante sconfessione in votazione popolare con la bocciatura della modifica di legge Eoc che avrebbe spianato la via alla privatizzazione e la risicata sconfitta   dell’iniziativa «Giù le mani dagli ospedali», la politica cantonale sanitaria appare paralizzata. Della pianificazione ospedaliera non si hanno più notizie da tempo.
Ma nel silenzio mediatico, gli intenti del Dss guidato da Paolo Beltraminelli proseguono, stando agli iniziativisti.
Illuminanti in questo senso le parole del dottor Sebastiano Martinoli, primo firmatario dell’iniziativa e primario di chirurgia alla Clinica Luganese Moncucco, in una lettera pubblicata sul Giornale del Popolo. «Vogliamo ospedali di valle efficienti e siamo stufi che ad ogni mossa del duo Eoc/Dss capiti alla medicina ospedaliera delle valli quello che succede a una forma di formaggio incustodita: ad ogni mossa politica centralistica di Eoc/Dss un topo ne mangia via un pezzetto e alla fine non ci sarà più formaggio».
Gli iniziativisti vogliono dunque salvare il “formaggio”, «mantenere la piena efficacia dei nostri ospedali di valle poiché ci permettono di curare la maggior parte delle malattie dei nostri vallerani a “chilometro zero” e a costi contenuti – prosegue il dottor Martinoli –. La giornata di cura negli ospedali di valle costa 800 franchi, mentre a Bellinzona 1.200. Acquarossa costa sui dodici milioni all’anno (con 8 milioni di salari distribuiti in valle) mentre l’Eoc ha aumentato in cinque anni i costi totali di esercizio da 520 milioni a 638 milioni, ossia 10 volte il costo dell’esercizio dell’Ospedale di Acquarossa».

Apparso sul settimanale AREA  del 28 aprile 2017

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Scarica la pagina di AREA, nella quale è pure inserito un articolo a difesa del servizio postale, “Salviamo la posta
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IL CIRCOLO MEDICO TRE VALLI SOSTIENE L’INIZIATIVA “PER CURE MEDICHE E OSPEDALIERE DI PROSSIMITÀ”

Il Circolo medico Tre Valli, riunitosi in Assemblea il 27.4.2017, ha deciso di sostenere in modo convinto l’INIZIATIVA PER CURE MEDICHE E OSPEDALIERE DI PROSSIMITÀ.

Queste le finalità:

– un’accessibilità alle cure mediche di base anche nelle regioni discoste, concretizzando finalmente l’articolo 117a) della Costituzione federale approvato dal popolo ticinese e svizzero a larga maggioranza il 18.5.2014, che recita “Nell’ambito delle loro competenze, la Confederazione e i Cantoni provvedono affinché tutti abbiano accesso a cure mediche di base sufficienti e di qualità. Entrambi riconoscono e promuovono la medicina di famiglia come componente fondamentale di tali cure”.

– una medicina di qualità a costi contenuti.

– Per mantenere i posti di formazione per i medici, creando i presupposti per installarsi sul territorio (dove abbiamo un medico ogni 720 abitanti, con una media ticinese di un medico ogni 250).

Invitiamo pertanto tutti coloro che condividono questi intenti a sottoscrivere l’INIZIATIVA PER CURE MEDICHE E OSPEDALIERE DI PROSSIMITÀ.

Il Presidente del CMTV
Dr.med. Moreno Guidicelli

Il Vicepresidente
Dr. Med. Sandro Bonetti
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