Le novità all’Ospedale di Acquarossa

Di Tiziana Mona, presidente all’Associazione per gli ospedali di valle

Con il nuovo anno, all’ospedale di Acquarossa ci saranno 30 letti nel nuovo Reparto Acuto di Minore Intensità (RAMI), un approccio innovativo che siamo perfino i primi a sperimentare in Ticino.
L’EOC ha applicato quanto votato in Gran Consiglio sulla Pianificazione Ospedaliera Cantonale, ma la creazione dei posti RAMI può essere vista anche come una compensazione a quanto sarà tolto: la geriatria.

Il modello RAMI prevede delle spese a carico del paziente: un contributo di Fr 30.- al giorno per al massimo 600 franchi all’anno e il pagamento dei trasporti. Una pillola un po’ amarognola ma che fa parte della nuova politica che cerca di arginare gli eccessivi costi della salute. Il Cantone tenta di ridurre il numero dei ricoveri “inappropriati”, cambiando disposizioni sia a riguardo dei reparti sia a riguardo delle categorie.

I letti RAMI ci hanno fatto perdere il reparto di geriatria, il quale verrà organizzato a Locarno. Peccato! Peccato per le certificate competenze acquisite in questo settore dal nostro ospedale, che a nostro parere si dovevano meglio valorizzare, e peccato soprattutto per i parenti dei pazienti anziani, che dovranno sobbarcarsi una trasferta impegnativa, lunga e mal servita dai trasporti pubblici. Ci resta comunque un anno di transizione, perché la logistica alla Carità di Locarno non è ancora in grado di aprire il nuovo reparto di geriatria complessa.

La creazione dei 30 letti RAMI permette di assicurare la continuità dell’ospedale vero e proprio con la presenza di un primario, un caposervizio, cinque medici assistenti che possono proseguire la loro formazione e la garanzia delle visite di medici specialisti. Inoltre, viene confermato il Pronto soccorso aperto 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Abbiamo poi appreso che il servizio di chirurgia dell’Ospedale San Giovanni ha istituito una nuova consultazione ambulatoriale una volta ogni due settimane presso l’Ospedale di Acquarossa, che nel passato (recente) non era presente. Avremo una nuova struttura, che verrà costruita su un terreno della Fondazione La Quercia. Tutto questo non è poco, se pensiamo che un po’ di tempo fa si poteva temere la chiusura tout-court dell’ospedale…

Per quanto concerne l’Ospedale di Acquarossa, alcuni degli obiettivi dell’Iniziativa per cure mediche e ospedaliere di prossimità sono in via di realizzazione e l’Associazione per gli ospedali di valle si può dichiarare abbastanza soddisfatta.
Ci sono invece grosse preoccupazioni per quello di Faido, che in seguito alla riduzione dei posti letti di medicina non riesce a soddisfare le necessità di ricovero dei pazienti della Leventina.

Prossimamente, uniti ai Municipi di tutta la Leventina, intendiamo presentare delle rivendicazioni affinché l’Ospedale di Faido resti un vero ospedale e non diventi unicamente un centro di riabilitazione. Chiediamo all’EOC la creazione di un certo numero di posti RAMI (eventualmente 10/15) anche a Faido e chiediamo di valutare soluzioni che permettano una certa permeabilità tra il reparto di medicina e quello di riabilitazione che, per quanto ci è dato di sapere, oggi lavorano a “compartimenti stagni”.
I compiti per la nostra associazione, come potete immaginare, continuano ad essere numerosi.

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La sala raggi dell’ospedale di Acquarossa

SMANTELLAMENTO DEGLI OSPEDALI DI VALLE E ANCHE DEI DIRITTI POPOLARI?

Interpellanza parlamentare di Franco Celio

Il Foglio Ufficiale ha confermato settimana scorsa la riuscita dell’iniziativa popolare “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”, che ha raccolto ben 14’136 firme valide, ossia pù del doppio di quelle necessarie.

Nel frattempo sembra tuttavia che all’ospedale di Faido, il caposervizio di riabilitazione e di medicina fisica, che dirige tuttora il Servizio di riabilitazione, essendo prossimo al pensionamento non verrebbe sostituito. La sua funzione sverrebbe pertanto soppressa e trasferita alla clinica di Novaggio. Il nuovo responsabile delle due sedi non assicurerebbe quindi più picchetti di medicina a Faido.

Sembra inoltre che anche il tasso di attività dei medici attualmente presenti all’ospedale di Faido sia destinato a ridursi, entro breve, al 50%.

Con la presente interpellanza, chiedo perciò al Consiglio di Stato:

  1. Può confermare, o smentire, le indiscrezioni sopra riportate?
  2. Corrisponde al vero che è prevista una riduzione del pensum lavorativo a livello dei quadri superiori attivi in medicina interna presso l’Ospedale Distrettuale?
  3. È giustificata l’impressione che il DSS, d’intesa con l’EOC (o viceversa) intendono smantellare, anche i diritti popolari, affinché l’iniziativa citata in        apertura giunga al voto ormai, almeno in parte, priva di oggetto?

 

Franco Celio

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OSPEDALI DI VALLE: davvero c’è già tutto ?

L’opinione di Sebastiano Martinoli*

L’iniziativa popolare per cure mediche e ospedaliere di prossimità è stata plebiscitata con 14000 firme dai ticinesi. Il consigliere di stato e capo del DSS ha commentato dicendo che essa chiedeva qualcosa che in sostanza già era contenuto nella pianificazione accettata il 15 dicembre dal Gran Consiglio. Davvero?  E come la mettiamo con il tentativo di togliere la geriatria ad Acquarossa ? E che risposta dare alla mozione di Franco Celio, De Rosa e altri che chiedevano con giusto senso di opportunità gestionale che a Faido si affiancassero ai  letti acuti anche dei letti acuti di minor intensità, che non sono stati concessi ?
Il  presidente dell’EOC nella presentazione dei  risultati  del 2016 manda dei fiori alla cooperazione pubblico-privato che presto   dovrebbe essere facilitata da una versione light  dei corrispondenti articoli della LEOC. Con astuzia esemplifica con l’altrimenti impossibilitata cooperazione con la Fondazione Casa Anziani di Acquarossa per costruire il nuovo ospedale. Davvero ? Da quando in qua  è necessaria una legge di cooperazione tra pubblico e privato per accettare l’offerta gratuita della messa a disposizione di un terreno  da parte della Fondazione per costruirvi  un ospedale ?  Soprattutto sapendo che già adesso Casa per Anziani e Ospedale di Acquarossa hanno in comune non pochi servizi  (cucina, lavanderia ecc).  A me sembra che Sanvido sventoli qualcosa che si colora di ricatto: state bravi bleniesi, altrimenti non vi costruisco l’ospedale nuovo. Non posso dimenticare il progetto di pianificazione presentato nell’aprile 2014  dal DSS in combutta con l’EOC. Esso non aveva nemmeno permesso agli ospedali periferici di Faido, Acquarossa e Castelrotto di presentare la loro candidatura per ricevere mandati nell’ambito della pianificazione ospedaliera, poi modificata dal Gran Consiglio. Si trattava di un progetto che voleva eliminare i sevizi di pronto soccorso e  la possibilità di ospedalizzazioni acute nei tre ospedali. Agli ospedali periferici fu messa la museruola!  Forse mi sbaglio ma mi sembra che l’iniziativa riuscita ha toccato un nervo scoperto al binomio DSS-EOC e temo che entrambi si agiteranno per annientarne le rivendicazioni moderne ,  sensate e consone con la volontà di potenziare la medicina di base e di prossimità  espressa dal popolo svizzero nel 2014.

*Chirurgo

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Corriere del Ticino, 01.06.2017 – Pg. 37

Comunicato dell’ORDINE DEI MEDICI DEL CANTON TICINO

Care colleghe
Cari colleghi

In data 10 maggio 2017 il Consiglio Direttivo ha esaminato il testo dell’iniziativa popolare legislativa “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità” presentata in Assemblea generale OMCT dal Prof. Sebastiano Martinoli e in CD dal collega di Consiglio, Dr. Moreno Guidicelli, Presidente del Circolo Medico Tre Valli.

Dopo un’approfondita discussione, il CD ha deciso il pieno sostegno all’iniziativa ed invita tutti i colleghi a sostenere la stessa facendo firmare il formulario di adesione scaricabile al seguente link  http://m4.ti.ch/fileadmin/GENERALE/DIRITTIPOLITICI/Iniziative_e_referendum/FU/Iniziative/2017/modulo_raccolta_firme_cure_mediche_ospedaliere_di_prossimita.pdf
o da richiedere direttamente al segretariato OMCT.

Vi ricordiamo che le firme dovranno essere distinte secondo il comune di residenza (esempio: tutti gli abitanti di Lugano in un unico formulario così come un unico formulario per tutti gli abitanti di Bellinzona)

Infine ci preme ricordarvi che il termine di inoltro delle firme è il 19 maggio 2017.

Vi ricordiamo che l’iniziativa vuole garantire l’accessibilità alle cure mediche di base, promuovere la medicina di famiglia anche e soprattutto nelle regioni periferiche; contemporaneamente vuole favorire l’implementazione di posti di formazione per medici nelle strutture ospedaliere del territorio.

Questa iniziativa delle cure mediche ospedaliere di prossimità permette altresì un miglior rapporto tra qualità delle cure e costi sanitari, conformemente a quanto richiede da sempre la LAMal: cure accessibili per tutti, di qualità e economicamente sostenibili.

Un cordiale saluto e buon lavoro a tutti

Dr. med. Franco Denti
Presidente OMCT

OMCT

ORDINE DEI MEDICI DEL CANTON TICINO
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Via Cantonale
Stabile Qi
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Fax. 091 930 6301
info@omct.ch

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PER CURE MEDICHE E OSPEDALIERE DI PROSSIMITÀ

Il Circolo medico Tre Valli, invita a sottoscrivere l’iniziativa per cure mediche ed ospedaliere di prossimità

di Moreno Guidicelli*

Il 1.4.2017 è stata lanciata la raccolta delle firme per l’iniziativa per cure mediche ed ospedaliere di prossimità. Si tratta di un’iniziativa legislativa generica che in sostanza vuole vincolare nella legge la presenza negli ospedali di zona di un Pronto Soccorso (di tipo B, cioè che non richiede la presenza di un servizio di chirurgia nè di cure intense), aperto 24h/24 e 7/7 giorni, nonchè di cure stazionarie acute (per la medicina interna e per la geriatria) con conseguente adeguata presenza di personale medico-sanitario. L’iniziativa si riallaccia all’articolo 117a della Costituzione federale per la promozione della medicina di base e di famiglia, plebiscitato il 18.5.2014 sia a livello ticinese che svizzero, articolo che finora non ha avuto nessun riscontro pratico in Ticino.

A scanso di equivoci, è importante sottolineare che l’iniziativa non vuole riportare la chirurgia negli Ospedali di Faido o di Acquarossa, nè tantomeno è contraria ad un Ospedale Cantonale universitario dove mettere sotto un unico tetto la medicina e la chirurgia di punta, che rappresentano tuttavia ca.il 10% della casistica. E’ infatti provato che in caso di patologie rare la concentrazione apporta un beneficio sia a livello di prognosi (maggiore expertise dei medici) sia a livello economico. D’altro lato, va pure sottolineato che un ospedale altamente specialistico non dovrebbe occuparsi di patologie “di routine” perchè ciò rappresenterebbe un uso poco appropriato di tempo e di risorse (Prof. Hoppeler, Bollettino dei medici svizzeri 2014; 95:39).

È importante ribadire che gli ospedali di zona offrono un servizio indispensabile e complementare ai medici attivi sul territorio delle Tre Valli, dove si calcola una densità di 1 medico per 720 abitanti, mentre a livello ticinese si ha un rapporto di 1:250. Inoltre, mediante l’iniziativa si vogliono garantire posti di formazione per medici di base, in un periodo dove c’è carenza di professionisti e dove manca il fisiologico ricambio generazionale della classe medica. Tale compito formativo rappresenta pure un’opportunità di “agganciare” i medici in formazione sul nostro territorio.

Negli ospedali di zona si pratica una medicina di ottimo livello pur avendo a disposizione meno mezzi diagnostici rispetto ad un ospedale regionale. Nella medicina si parla sempre più di “choosing wisely” cioè di scegliere in modo ponderato le opzioni diagnostiche che comportino delle conseguenze terapeutiche con un beneficio reale al paziente. Gli ospedali di Acquarossa e di Faido, a giusta ragione,  possono ritenersi dei pionieri in questo ambito che permette di ridurre la spesa sanitaria, fatto che si riflette in un risparmio di ca. 1/3 sui costi di degenza, pur mantenendo una medicina di qualità.

Inoltre va tenuta presente l’importante funzione di “triage” dei pazienti che necessitano effettivamente di un trasferimento all’Ospedale regionale di riferimento, permettendo di non sovraccaricare ulteriormente i servizi del nosocomio maggiore.

Questi sono alcuni degli argomenti per i quali vi invitiamo, pure come Circolo medico Tre Valli, a sottoscrivere l’iniziativa per cure mediche ed ospedaliere di prossimità, il cui testo è scaricabile alla pagina ospedalidivalle/form.

* Presidente del Circolo medico Tre Valli.

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  • Apparso sul Corriere del Ticino di mercoledì 10 maggio 2013.

PER UNA RETE SANITARIA DI PROSSIMITÀ

Lanciata un’iniziativa popolare per promuovere su tutto il territorio cure di base eque e, tramite gli ospedali di zona, le cure acute stazionarie e ambulatoriali

di Francesco Bonsaver

Un gruppo di medici, di cittadini e politici di diversi partiti ha promosso un’iniziativa a difesa di una rete di cure mediche e ospedaliere di prossimità. Costa meno e fa il bene dei pazienti.
Se per gli interventi altamente specialistici nessuno contesta la necessità di concentrarli in un’unica struttura ospedaliera dove accumulare sapere e macchinari, per le cure di base il discorso si rovescia. Una rete capillare nel territorio garantisce una miglior qualità, una minor spesa ed è nell’interesse della salute dei pazienti. Tanto più che le cure altamente specialistiche riguardano il 10%, mentre il restante 90% è di base. Per perorare questa causa, un gruppo di cittadini, di medici e politici di diversi schieramenti hanno promosso un’iniziativa cantonale «Per cure mediche e ospedaliere di prossimità». La raccolta firme è già partita il 1° aprile e il tempo stringe, dovendo raccogliere settemila firme entro la fine di maggio. L’iniziativa chiede di realizzare la promozione della medicina di base e di famiglia sancita nell’articolo 117 della Costituzione e plebescitata dagli svizzeri nel 2014 con l’87,7% di voti favorevoli. Se tutti gli altri cantoni hanno già adottato misure per applicare la decisione popolare, in Ticino nulla si è mosso.
Ad esempio, la Fondazione per la promozione della formazione in medicina di famiglia che sostiene finanziariamente la creazione di posti di formazione per medici di base, afferma che l’unico cantone a non averne fatto richiesta è il Ticino. Eppure, stando al comitato d’iniziativa, le opportunità non mancherebbero. Gli ospedali di zona, quali Faido, Acquarossa e Castelrotto, sono considerati luoghi di formazione ideali per medici generalisti (cioè di famiglia) perché consentono di confrontarsi con le più diverse patologie. Ciò favorirebbe l’inserimento di nuovi medici di famiglia in queste regioni, di cui si sente una forte mancanza. Medici di base la cui funzione primaria di un sistema di sanità di qualità è riconosciuta da tutti. A parole, almeno.
In particolare, l’ospedale di Acquarossa in Val di Blenio è stato a lungo considerato dall’Eoc polo della geriatria sopracenerina, luogo dunque ideale per una formazione specifica postgraduata. Eppure il Dss e direzione Ente ospedaliero cantonale avevano previsto di chiuderla. Ma dopo la pesante sconfessione in votazione popolare con la bocciatura della modifica di legge Eoc che avrebbe spianato la via alla privatizzazione e la risicata sconfitta   dell’iniziativa «Giù le mani dagli ospedali», la politica cantonale sanitaria appare paralizzata. Della pianificazione ospedaliera non si hanno più notizie da tempo.
Ma nel silenzio mediatico, gli intenti del Dss guidato da Paolo Beltraminelli proseguono, stando agli iniziativisti.
Illuminanti in questo senso le parole del dottor Sebastiano Martinoli, primo firmatario dell’iniziativa e primario di chirurgia alla Clinica Luganese Moncucco, in una lettera pubblicata sul Giornale del Popolo. «Vogliamo ospedali di valle efficienti e siamo stufi che ad ogni mossa del duo Eoc/Dss capiti alla medicina ospedaliera delle valli quello che succede a una forma di formaggio incustodita: ad ogni mossa politica centralistica di Eoc/Dss un topo ne mangia via un pezzetto e alla fine non ci sarà più formaggio».
Gli iniziativisti vogliono dunque salvare il “formaggio”, «mantenere la piena efficacia dei nostri ospedali di valle poiché ci permettono di curare la maggior parte delle malattie dei nostri vallerani a “chilometro zero” e a costi contenuti – prosegue il dottor Martinoli –. La giornata di cura negli ospedali di valle costa 800 franchi, mentre a Bellinzona 1.200. Acquarossa costa sui dodici milioni all’anno (con 8 milioni di salari distribuiti in valle) mentre l’Eoc ha aumentato in cinque anni i costi totali di esercizio da 520 milioni a 638 milioni, ossia 10 volte il costo dell’esercizio dell’Ospedale di Acquarossa».

Apparso sul settimanale AREA  del 28 aprile 2017

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Scarica la pagina di AREA, nella quale è pure inserito un articolo a difesa del servizio postale, “Salviamo la posta
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IL CIRCOLO MEDICO TRE VALLI SOSTIENE L’INIZIATIVA “PER CURE MEDICHE E OSPEDALIERE DI PROSSIMITÀ”

Il Circolo medico Tre Valli, riunitosi in Assemblea il 27.4.2017, ha deciso di sostenere in modo convinto l’INIZIATIVA PER CURE MEDICHE E OSPEDALIERE DI PROSSIMITÀ.

Queste le finalità:

– un’accessibilità alle cure mediche di base anche nelle regioni discoste, concretizzando finalmente l’articolo 117a) della Costituzione federale approvato dal popolo ticinese e svizzero a larga maggioranza il 18.5.2014, che recita “Nell’ambito delle loro competenze, la Confederazione e i Cantoni provvedono affinché tutti abbiano accesso a cure mediche di base sufficienti e di qualità. Entrambi riconoscono e promuovono la medicina di famiglia come componente fondamentale di tali cure”.

– una medicina di qualità a costi contenuti.

– Per mantenere i posti di formazione per i medici, creando i presupposti per installarsi sul territorio (dove abbiamo un medico ogni 720 abitanti, con una media ticinese di un medico ogni 250).

Invitiamo pertanto tutti coloro che condividono questi intenti a sottoscrivere l’INIZIATIVA PER CURE MEDICHE E OSPEDALIERE DI PROSSIMITÀ.

Il Presidente del CMTV
Dr.med. Moreno Guidicelli

Il Vicepresidente
Dr. Med. Sandro Bonetti
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