PIANIFICAZIONE OSPEDALIERA, QUO VADIS?

Ambrì, 8 marzo 2019

INTERPELLANZA urgente di Franco Celio

Premessa 1

Il sottoscritto deputato, pur conscio del fatto che un’interpellanza non può, formalmente, essere definita “urgente”, ha l’immodestia di credere che le comande oggetto del presente atto parlamentare rivestano effettivamente carattere di urgenza. Si permette pertanto di auspicare una risposta il più rapida possibile; se nulla osta già nel corso della sessione parlamentare di settimana prossima, tanto più che l’inevitabile rallentamento dell’attività legislativa, conseguente alle elezioni del prossimo aprile, farà sì che la stessa potrebbe ottenere risposta non prima della sessione di giugno (quando peraltro il sottoscritto non sarà più membro del Legislativo, per cui l’atto parlamentare in oggetto sarà considerato decaduto).

Premessa 2

Negli scorsi giorni i mezzi d’informazione hanno reso noto che il Tribunale amministrativo federale avrebbe accolto i ricorsi contro la Pianificazione ospedaliera cantonale presentati da due cliniche private, per cui l’attribuzione dei mandati andrebbe riveduta. Oggi si è poi saputo che nella medesima sentenza (o con atto separato, poco importa), lo stesso Tribunale avrebbe pure dichiarato “fuori legge” anche i cosiddetti “letti AMI” (“acuti di minore intensità”) introdotti nella Pianificazione stessa.

Domande

Di fronte a queste informazioni, il cittadino si chiede:
1. Corrispondono al vero?
2. Se sì, in che modo il Cantone intende reagire?
3. Per quanto concerne i “letti AMI”, come si reagirà? Gli ospedali cui sono stati attribuiti ne saranno privati? Entro quando?

Ringrazio per la comprensione e porgo i migliori saluti,

Franco Celio

Faido: giornata delle porte aperte all’ospedale

Sabato 6 ottobre 2018 a partire dalle 10.00.

Cara amica, Caro amico del nostro ospedale, la giornata delle porte aperte di sabato prossimo 6 ottobre a partire dalle 10.00 è davvero un’occasione da non mancare per manifestare il sostegno di tutta la valle, affinché l’Ospedale di Faido torni ad essere il punto centrale delle cure sanitarie alla popolazione leventinese e non solo.

Noi come Associazione per gli ospedali di valle abbiamo fatto pervenire al DSS e all’EOC settimana scorsa una serie di richieste, ponderate e discusse, che riteniamo atte a raggiungere questo obbiettivo (v. allegato Lettera DSS EOC (1)). La popolazione della Leventina ma anche di Blenio e della Riviera ha firmato massicciamente l’iniziativa per cure mediche e ospedaliere di prossimità che chiede il mantenimento di una medica acuta di qualità nelle valli: questi ospedali sono infatti vicini ai pazienti e alle loro famiglie, sono affidabili e anche meno cari. L’iniziativa con oltre 14’000 firme è stata depositata nel giugno dello scorso anno  di un anno, è tempo che le  giuste rivendicazioni vengano concretizzate e per questo abbiamo chiesto agli enti preposti DSS e EOC e alla politica di guardare al futuro con una visione nella quale centralizzazione e prossimità si completano. L’ospedale di Faido dovrà essere potenziato diventando un centro sociosanitario omnicomprensivo di qualità, la struttura portante della medicina di prossimità accanto e in collaborazione con tutti gli attori del settore: medici, 3Valli-soccorso, case anziani, aiuto domiciliare e pasti a domicilio, dialisi, pro senectute e altre organizzazioni settoriali.

Rilevante inoltre il ruolo di centro di formazione per giovani assistenti e la presenza regolare e/o consulenza di specialisti della casa madre, l’Ospedale di Bellinzona. Solo se riusciremo a trasmettere che in Leventina c’è un vero, profondo legame con il nosocomio, avremo le premesse per un suo rilancio in quanto vero ospedale e non solo come clinica di riabilitazione.

Grazie e a sabato.

Associazione per gli ospedali di valle
Tiziana Mona
(Presidente)

 

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Le novità all’Ospedale di Acquarossa

Di Tiziana Mona, presidente all’Associazione per gli ospedali di valle

Con il nuovo anno, all’ospedale di Acquarossa ci saranno 30 letti nel nuovo Reparto Acuto di Minore Intensità (RAMI), un approccio innovativo che siamo perfino i primi a sperimentare in Ticino.
L’EOC ha applicato quanto votato in Gran Consiglio sulla Pianificazione Ospedaliera Cantonale, ma la creazione dei posti RAMI può essere vista anche come una compensazione a quanto sarà tolto: la geriatria.

Il modello RAMI prevede delle spese a carico del paziente: un contributo di Fr 30.- al giorno per al massimo 600 franchi all’anno e il pagamento dei trasporti. Una pillola un po’ amarognola ma che fa parte della nuova politica che cerca di arginare gli eccessivi costi della salute. Il Cantone tenta di ridurre il numero dei ricoveri “inappropriati”, cambiando disposizioni sia a riguardo dei reparti sia a riguardo delle categorie.

I letti RAMI ci hanno fatto perdere il reparto di geriatria, il quale verrà organizzato a Locarno. Peccato! Peccato per le certificate competenze acquisite in questo settore dal nostro ospedale, che a nostro parere si dovevano meglio valorizzare, e peccato soprattutto per i parenti dei pazienti anziani, che dovranno sobbarcarsi una trasferta impegnativa, lunga e mal servita dai trasporti pubblici. Ci resta comunque un anno di transizione, perché la logistica alla Carità di Locarno non è ancora in grado di aprire il nuovo reparto di geriatria complessa.

La creazione dei 30 letti RAMI permette di assicurare la continuità dell’ospedale vero e proprio con la presenza di un primario, un caposervizio, cinque medici assistenti che possono proseguire la loro formazione e la garanzia delle visite di medici specialisti. Inoltre, viene confermato il Pronto soccorso aperto 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Abbiamo poi appreso che il servizio di chirurgia dell’Ospedale San Giovanni ha istituito una nuova consultazione ambulatoriale una volta ogni due settimane presso l’Ospedale di Acquarossa, che nel passato (recente) non era presente. Avremo una nuova struttura, che verrà costruita su un terreno della Fondazione La Quercia. Tutto questo non è poco, se pensiamo che un po’ di tempo fa si poteva temere la chiusura tout-court dell’ospedale…

Per quanto concerne l’Ospedale di Acquarossa, alcuni degli obiettivi dell’Iniziativa per cure mediche e ospedaliere di prossimità sono in via di realizzazione e l’Associazione per gli ospedali di valle si può dichiarare abbastanza soddisfatta.
Ci sono invece grosse preoccupazioni per quello di Faido, che in seguito alla riduzione dei posti letti di medicina non riesce a soddisfare le necessità di ricovero dei pazienti della Leventina.

Prossimamente, uniti ai Municipi di tutta la Leventina, intendiamo presentare delle rivendicazioni affinché l’Ospedale di Faido resti un vero ospedale e non diventi unicamente un centro di riabilitazione. Chiediamo all’EOC la creazione di un certo numero di posti RAMI (eventualmente 10/15) anche a Faido e chiediamo di valutare soluzioni che permettano una certa permeabilità tra il reparto di medicina e quello di riabilitazione che, per quanto ci è dato di sapere, oggi lavorano a “compartimenti stagni”.
I compiti per la nostra associazione, come potete immaginare, continuano ad essere numerosi.

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La sala raggi dell’ospedale di Acquarossa

IL municipio di Prato Leventina scrive a DSS e EOC

Nel corso del mese di novembre il municipio di Faido in seguito alla riduzione dei posti letti di medicina all’Ospedale distrettuale ha inviato una lettera al DSS e all’EOC. Di seguito i comuni della Leventina si sono uniti alla protesta con lettere analoghe a questa che pubblichiamo di Prato Leventina. L’EOC ha risposto a queste critiche e sollecitazioni con una lunga lettera di 8 pagine. Il municipio di Faido ha chiesto di discuterne con rappresentanti dell’ente. L’incontro con l’EOC avverrà prossimamente e vi parteciperanno rappresentanti dei Comuni leventinesi e dell’Associazione per gli ospedali di valle.

La lettera del municipio di Prato Leventina a DSS e EOC

Lettera DSS

Di famiglia, ma sempre meno

La penuria di medici di base in Svizzera. Fra proiezioni preoccupanti e proposte per la valorizzazione della categoria

di RSI – Alex Ricordi/Fabio Salmina

Non è certo una vita facile, quella dei medici di famiglia. Fra continue sollecitazioni, picchetti e margini ridotti per ferie e riposo, l’attività implica ritmi di lavoro particolarmente impegnativi. Gli stessi che certamente incidono sulla disponibilità, da parte delle giovani leve, a intraprendere questo percorso professionale. E intanto, a fronte di crescenti necessità sul territorio, la penuria di medici generalisti continua a farsi sentire. (…)

Alex Ricordi

Per continuare a leggere:
https://www.rsi.ch/news/oltre-la-news/Di-famiglia-ma-sempre-meno-9828661.html
Articolo corredato da filmato!

Il dottor Alberto Chiesa è delegato regionale della SSGIM
Il dottor Alberto Chiesa è delegato regionale della SSGIM(rsi)

Basta con lo smantellamento dell’Ospedale distrettuale di Faido

L’assemblea dell’Associazione per gli ospedali di valle, tenutasi a Biasca il 19 ottobre 2017, esprime la propria preoccupazione per il progressivo smantellamento, sempre più palesemente in atto, di quel (poco) che resta dell’Ospedale di Faido, ormai declassato a “clinica di riabilitazione”. Segni di stampo diverso arrivano invece dalla Valle di Blenio, dove si sta sviluppando un progetto di Polo sanitario, attorno all’Ospedale di Acquarossa e alla Casa per anziani La Quercia.

La prima conseguenza del declassamento in atto a Faido è l’eliminazione di quindici posti letto del reparto di medicina, intervenuta in queste settimane. Con i restanti quindici posti (nel migliore dei casi) l’ospedale non potrà più rispondere ai bisogni della popolazione.  Alle richieste dei medici che operano in Leventina di ricoverarvi i pazienti che richiedono cure stazionarie, vien infatti risposto sempre più spesso di mandarli a Bellinzona o altrove. In quanto alla “clinica di riabilitazione” sembra – stando a notizie affidabili riportate da vari pazienti – che l’Ente preposto alla gestione dei diversi nosocomi del Cantone, in particolare tramite l’ospedale di Bellinzona, sia impegnato a boicottare la stessa “clinica”, dirottando su Novaggio tutti i possibili pazienti.

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Se così fosse (ma i dubbi al riguardo sono scarsi), si tratterebbe chiaramente di una manovra volta a svuotare di contenuto l’ospedale di Faido medesimo, prima che possa essere messa in votazione l’iniziativa popolare “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”. L’iniziativa promossa con largo successo la scorsa primavera dalla nostra Associazione, chiede che un ospedale come quello di Faido debba assicurare cure stazionarie acute (pacchetto base di medicina interna).

Chiediamo che queste misure siano congelate per permettere ai cittadini e alle cittadine di esprimersi in merito alle richieste della stessa, e non “quando i buoi saranno già usciti dalla stalla” e si potrà più facilmente combattere l’iniziativa con l’argomento che oramai, nelle valli non c’è più niente da salvare.